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timo, dove il suo spirito annichilito nell'umiltà è in perpetuo colloquio adorante col suo Dio. Egli è un contemplativo, che ha parlato pochis– simo con gli uomini e moltissimo con Dio. La sua vita perciò, tutta nel respiro interiore dell'anima, sfugge al controllo dello storico, che potrà sospettarla o avvertirla, non mai seguirla pienamente nel suo graduale sviluppo. Sotto questo aspetto resta impossibile scrivere la biografia di p. Innocenzo: la sua vera vita egli la tenne gelosamente celata nel cuore e la portò dalla terra in cielo, per trasfigurarla e intensificarla nella gloria. 1 - L'ideale supremo: la santità Il Beato attinge direttamente dal serafico Padre il suo ideale di vita religiosa: « Non voglio che i miei frati siano avidi di scienza e di libri, ma voglio che si fondino sopra la santa umiltà e che tengan dietro alla schietta semplicità, alla santa orazione e alla signora povertà. Questa è la strada sicura alla propria ed all'altrui salvezza, pcicr..è questa sola Cristo ci insegnò » (2). Alla realizzazione di questo programma, semplice ed eroico, il Beato dedicò senza misura e soste tutte le sue forze. Voleva diven– tare santo e che tutto in lui fosse modellato sul serafico Padre e su Gesù Cristo. Un giorno, annota nel diario, s. Francesco domandò al Signore- quando e come un religioso è vero servo di Dio. « Il beni– gnissimo Signore da me supplicato mi rivelò: Sappi d'esser veramente mio servo quando santo è quello che tu pensi, parli ed operi» (3). Per aiutarsi in quest'opera egli andrà consultando i suoi più auto– revoli maestri ed elencando nei suoi scritti le loro indicazioni. Consi– derate nel loro complesso numerico, veramente altissimo, nella varietà e molteplicità delle fonti consultate, nella costante concordanza sui motivi più alti della vita spirituale, queste trascrizioni sono una riprova assai significativa dell'assillo che lo tormentava. Ogni pratica compa– tibile con la disciplina conventuale - ci si consenta ripeterlo - egli la· faceva sua e l'osservava con fedeltà; ogni raccomandazione dei santi diveniva una sua regola di vita. Così a noi è concesso di poter penetrare nel santuario della sua coscienza ed ammirarne l'intensa e fervida vita. (2) I, p. 70-71. (3) I, ivi. -202-
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