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il Beato amava ripetere con frequenza le seguenti: « Si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che con un barile di aceto », « Troppo zucchero non guastò mai intingolo», « La verità sgar– bata è una buona vivanda mal cucinata » (56). Mi sembra significativo che queste sentenze si trovino al– l'inizio della sua raccolta spirituale. A lui, che aveva adottato la norma della carità ad ogni costo, dette a tempo e modo, queste espressioni del santo della dolcezza servivano a meraviglia per cal– mare i nervi o spegnere eventuali motivi di rancore in tutti coloro che avvicinava. Nella luce di questa virtù, praticata con finezza e costanza eroica, la figura del Beato si fa grande e amabile. Padre Innocenzo era il serafino di Dio, ma era anche un fratello dolce, una mamma tenera per tutti. (56) I, p. 24, o. 3. - 200 -

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