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lometri su sentieri incomodi e dirupati, specialmente nelle nevi degli inverni e nel cuor dell'estate sotto il sole bruciante» (46). 7 - Un questuante un .po' originale Bastava che una persona si presentasse a chiedere l'elemosina alla porta del convento perchè egli si sentisse obbligato a dare, e dare con generosità. Quando, in assenza di altri sacerdoti, toccava a lui fare da superiore, i frati avevano ragione di tremare per la loro dispensa. « Allora, troviamo scritto nei processi, i fagotti di farina e· di lardo e quanto altro gli veniva alla mano se ne anda– va». E i poveri, in quei rari giorni di cuccagna, si passavano la voce e facevano la processione alla portineria (47). Quando non poteva soddisfare personalmente la sua tenerezza verso i bisognosi raccomandava al portinaio di « trattarli bene». « Trattarli bene» voleva dire, spiega un teste, « riceverli con fra– terna carità e soddisfarli in tutte le loro esigenze». Se gli era con– cesso egli. stesso portava la sua scodella di ministra alla portineria: peccato, sembrava dire, che non posso darvi altro (48). Per i giovani chierici aveva delicatezze finissime e commoventi. Quando, nei lunghi inverni, i novizi non potevano prendere al mat– tino che un pezzetto di pane e un bicchier d'acqua fresca e, la sera, dovevano accontentarsi di quattro castagne bollite, il Beato si avvici– nava ai più gracili e faceva loro scivolare tra le mani un involtino: era pane e pietanza. « Mangiate, diceva sottovoce, e cercate di star meglio: così farete la professione anche voi» (49). Soprattutto la sua carità aveva modo di manifestarsi quando i superiori lo mandavano alla questua: in quei giorni p. Innocenzo era per tutti l'angelo della consolazione. A chi gli dava pane e uova rispondeva ringraziando, promettendo preghiere e raccoman– dando la buona vita cristiana; a chi invece rispondeva di aver bi- (46) P,, p. 329, 131: deposizione di p. Francesco da Berzo s. Fermo. Cfr. P., 327, 126: deposizione di p. Gregorio da Breno; (47) P., p. 328, 129; Cfr. pure 324, 117; 325, 120; 326, 122; ecc. (48) P., p. 305, 26. (49) P., p. 325, 121: « Ebbe carità per il prossimo fino all'estremo. Con noi nov1z1 veniva a portarci un bocconcino di pane per mitigare i digiuni del noviziato e me li dava perchè, vedendo la mia gracilità, v'era pericolo che non facessi la professione ». Deposizione di fra Felice da s. Zenone. - 197 -

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