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Regola e le Costtiuzioni e quanto msieme abbiamo imparato al santo noviziato; stimiamo sempre gli altri migliori di noi e guar– diamoci di r~car loro disturbo alcuno. Poi mi si pose innanzi in– ginocchiato e con le mani e col capo chino quasi fino a terra, 'Fra– tello, aggiunse, vi domando perdono di tutti i miei mali esempi e scandali che vi ho dato con la mia vita tiepida e rilassata'. A tale atto io pure caddi in ginocchio e con le lag.rime agli occhi risposi: 'Padre, ella mi ha dato sempre buon esempio; piuttosto preghi il Signore, la Madonna e s. Francesco che mi facciano divenire come lei'. A tali parole p. Innocenzo mi guardò come stupito e 'Non sa– pete, soggiunse, che io non sono che un povero peccatore? Però se il Signore così buono non disdegna la preghiera del peccatore, vi prometto che pregherò per voi, a patto che voi pure preghiate per me e che mi diciate subito tutti i difetti che avete notato in me in questi sedici mesi che dimorate in questo convento'! Che potevo io dirgli di difetti, mentre non ebbi che da ammirare le sue virtù e le penitenze molto aspre da lui fatte? E però dissi risoluto che non trovai in lui difetto alcuno. Egli rimase per quella mia dichiara– zione molto melanconico, sicchè me ne partii sempre più persuaso della sua santità » (26). Un caso del genere capitò pure quando fra Ferdinando, che par– tiva per altro convento, lo andò a salutare. « Il servo di Dio mi si inginocchiò davanti e voleva ad ogni costo baciarmi la mano». Ma proprio quando il fratello stava per cedere, tanto per accontentare la sua sete di umiltà, ecco sopraggiungere il p. guardiano. 'Ma come? Un sacerdote in ginocchio che vuol baciare la mano ad un laico ? Dove avete la testa? Avete perduto ogni senso di dignità? Via, in cella ' ! Il povero padre, che voleva umiliarsi, quella volta ebbe un graditissimo compenso (27). Un giorno ad Albino - dove si trovava come predicatore de– gli spirituali esercizi - incontrò fra Camillo, il futuro vescovo della (26) P., p. 453, 77-78. (27) P., p. 453, 75. Egli stesso aveva pregato i superiori e i confratelli « di non rispar– miargli rimproveri, massime in pubblico. Ed egli, anche colto all'improvviso, non solo non provava il minimo segno di turbamento, ma dava a vedere la più profonda riconoscenza come di singolari benefici e cordialmente ringraziava». P., p. 450-51. I testi notano ancora che il B. si esercitò in tutti i gradi dell'umiltà, non solo verso i superiori o gli eguali, ma anche verso gli inferiori, « nell'abborrimento di ogni lode per modo che non c'era altro per farlo fuggire, nel bello studio che poneva di chiedere a far cose che gli potessero provocare qualche rabbuffo, nella gioia che dimostrava sincerissima allorchè era trattato alquanto duramente, nel sentimento profondo che aveva della sua inca– pacità d'ogni cosa, si_cchè per sola obbedienza si muoveva nelle sue opere». P., p. 441, 34. - 189 -

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