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una volta ad un rimprovero fattogli dal guardiano - èhe era p. Isaia - del tutto fuori ragione e il buon p. Innocenzo se lo prese in silenzio e con tutta tranquillità » (23). Quasi tutti i suoi superiori lo vollevo provare con riprensioni immeritate. P. Candido, un vero papà, ci trovava un gusto partico– lare, specialmente quando lo stesso Beato gliene offriva l'occasione. « Un giorno, depone p. Policarpo da Zorzino, lo vidi inginocchiarsi a guisa di un novizio innanzi al p. guardiano, il quale prima non · fece mostra neppur di vederlo, poi con aria di disprezzo, gli disse: Che avete, impostore? P. Innocenzo con volto ilare disse: Le do– mando licenza di parlare agli studenti. Ed avendogli bruscamente ciò concesso, sempre in ginocchio domandò a noi studenti: Mi di– cano per carità i difetti che commetto in coro, nel cantare. E tacendo noi per riverenza, insisteva: stono, non è vero? E uno - era p. Dionisio - disse: Sì, qualche volta fa un po' di cantilena, sembra che pianga. E il guardiano aggiunse a lui: Avete sentito adesso? Mi scandalizzate fino gli studenti. Il p. Innocenzo tutto giulivo ringraziò di questa carità, domandò perdono del malesempio e si raccomandò alle nostre orazioni » (24). Un giorno, dopo una lunga preghiera, uscendo dal coretto, in– contrò p. Enrico da Lonate. Era tale la sua mortificazione che non seppe distinguere se era davanti a un padre. o a uno studente. Glielo chiese sottovoce e, come seppe che il giovane religioso non era sa– cerdote, si gettò per terra e ad ogni costo voleva baciargli i piedi. Alla resistenza stupita di fra Enrico, egli chiese la promessa di una speciale preghiera, perchè, diceva, « sono un gran peccatore » (25). Assai più commovente è quello che racconta p. Francesco da Berzo. « Richiesto di consiglio spirituale, egli dice, p. Innocenzo si schermiva dicendosi ignorante e peccatore, bisognoso dei consigli altrui piuttosto che capace di darne. Accomiatandomi io da lui, e richiedendolo di consiglio, mi disse: Caro confratello, giacchè abbia– mo la fortuna di essere religiosi, facciamoci santi osservando la santa (23) P., p. 433, 3. (24) P., p. 449, 70. << Se mai si poteva notare qualche varietà o maggior allegria sul suo volto gli era quando aveva avuto il regalo di qualche umiliazione. Se mai come vice– maestro era obbligato dal dovere a fare qualche osservazione ai novizi, ben la faceva, ma con tutta carità e dolcezza, chiedendoci poi scusa di averci dovuto rivolgere parole di ammo– nizione. Predicando ben si vedeva che era fornito di buona dottrina, ma il tono della voce e tutto il contegno che teneva, ben dava a vedere quanto desiderasse di essere tenuto per un buono a nulla». P., p. 438, 22-23. (25) P., p, 442, 38. -1&8-

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