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l'uomo avanti agli occhi di Dio tanto vale in se stesso e nulla più » (7). E l'uomo vale dinnanzi a Dio quando, privato e spogliato di sè, vive solo per lui. 2 - Dalla teoria alla pratica Parlando dell'umiltà del Beato il p. Antonio Cottinelli dice: « Vo– lendo dipingere l'umiltà si potrebbe ricopiare p. Innocenzo». Sempre immerso nel pensiero del suo Dio, con la testa leggermente china, le mani congiunge sul petto, gli occhi fissi a terra, parco nel parlare anche quando la necessità lo richiedeva, col sorriso angelico sul volto, dolce e caritatevole con tutti e sempre, egli nutriva un tale concetto di sè che si considerava il più ignorante e il più peccatore e l'essere « più inutile all'Ordine » (8). Esempio altissimo della sua umiltà sono i suoi così detti diari. P. Innocenzo, dice un teste, non aveva idee proprie (9): noi dobbiamo aggiungere che non volle avere neppure parole proprie. Pur cono– ~cendo assai bene la teologia e la morale, egli non azzardava mai la composizione di una predica senza l'aiuto di un autore, anzi non osava neppure postillare con parole proprie una sua esperienza inte– riore. Delle intime sue vicende, direttamente da lui, noi sapremmo ben poco se non avesse affidato ai suoi maestri di spirito il compito di raccontarci, con brani e sentenze delle loro opere, la sua vita segreta. Egli non riusciva a credere che quanto avveniva dentro la sua anima potesse avere una qualche importanza. Vero umile, non ebbe mai nulla da dire di sè, mentre trov6 sempre da ammirare negli altri. Egli si chiuse nel silenzio più profondo e passò tra gli uomini quasi senza che essi lo avvertissero, ignari del mistero di tenebra e di luce, di tempesta angosciante e di gioia arcana che si avvicendava dentro di lui. Era così convinto di essere il più gran peccatore del mondo che nessuno sarebbe riuscito a persuaderlo del contrario. E ciò in piena pace del suo spirito, infantilmente fiducioso nella misericordia del (7) I, p. 73: Umilt<Ì. Crediamo assai utili, per conoscere la sua concezione e la sua pratica dell'umiltà, le prediche e gli appunti di conferenze. Cfr. II, p. 1-8; 51 ss. (8) P., p. 176, 18; 177, 21; 263, 41; 434, 7; 437, 16; 447, 57. (9) P., p. 446, 54: « Rettissimo d'intenzione, in tutto e per tutto non aveva idee proprie. Era ritenuto un uomo di talento, di consiglio, ma egli si riteneva per uomo da nulla». - 184 -

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