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nell'obbedienza come Gesù nel tabernacolo, e tutta la sua anima arde nella preghiera e nell'ansia dell'annichilimento. 6 - Fino alla morte « Qualunque cosa gli venisse comandata, oppur solo indicata da fare dai suoi superiori, accettava ed eseguiva con la più viva compia– cenza. In lui non si notò mai il più piccolo segno di renitenza o di disgusto per quanto la regola o l'obbedienza gli presentava. Ricordo che, essendo io probando, dice don Bortolo Valsecchi, e quindi segre– gato dalla comunità, p. Innocenzo per desiderio dei superiori continuò per ben tre mesi a tenermi compagnia e farmi giocare. Giocavamo alla dama » (55). P. Innocenzo è così: per obbedienza mangia e beve, danza in un cerchio di frati allegri e fa, per ben tre mesi, le sue belle partite a dama, perfettamente sicuro di non rimetterci in nulla: perchè fa la volontà di Dio. Ma se fa bene sorprenderlo in questa luce di letizia, che è sempre intimamente obbedienziale, non deve spiacere vederlo nella sua realtà quotidiana, anche se la sua virtù altissima crea le vertigini. Nell'osservanza regolare il Beato non si permetteva mai una sosta. Anche quando, tornato stanco dal ministero, era dispensato dalle pratiche corali di giorno e di notte, egli « vi si atteneva scrupo– losamente. Rimproverato dal p. guardiano per questo suo rigore, o se ne scusava dolcemente o taceva » (56). La sua norma infatti non era l'esenzione o il privilegio, ma la regolarità perfetta (57). Soltanto leggendo il suo diario noi possiamo conoscere da quali principi soprannaturali era animata e sostenuta la sua osservanza · religiosa. « Lasciandosi indietro anche solo una piccolissima parte degli ordini santi della religione, scrive egli con le parole di una sua maestra spirituale, r.esta offesa non la religione, ma la pupilla stessa degli occhi di Dio, essendo tutta la Regola una cosa del Signore e da Lui sommamente amata ». La Santa, aggiunge commentando il (55) P., 409, 51. (56) P., 349, 24. (57) P., 176, 19; 289, 94. Cf. 294, 112. - 177 12 - Beato lnnocçn~o