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« Ascolta con attenzione queste parole che escono dalla bocca della verità: Tutti i religiosi separati dai loro superiori devono considerarsi come vasi di riprovazione, nei quali tutti i buoni liquori si cambiano in corruzione e nei quali il sole divino della grazia, vibrando i suoi raggi, non fa se non l'effetto del sole naturale allorquando riscalda i luoghi fangosi. Il mio Cuore non può soffrire tali anime, anzi ricusa di riconoscerle. Quanto più esse si affaticano di appressarsi a me coi sacramenti, con le orazioni e con altri esercizi, e più io mi allontano da loro, perchè le ho in orrore. Esse passeranno da un inferno all'altro » (49). All'eucarestia il Beato, con altissimo spirito di fede, si rifaceva ogni volta che pensava al suo superiore. Sapeva bene che i superiori imprudenti o temerari nell\1so dell'autorità furono da s. Francesco paragonati al pazzo furioso con la spada in mano (50), ma non si permise mai di rilevare quanto di umano .o difettoso poteva esistere in essi. Il superiore era per lui, nella sua figura umana, come la specie eucaristica: gli occhi del corpo vedevano le forme e gli orecchi udivano la voce dell'uomo, ma l'anima scorgeva e adorava Gesù. « Ad ogni immagine sacra, dicono gli atti dei processi, faceva un profondo inchino e quando credeva di non esser veduto si prostrava a baciare il gradino dell'uscio del superiore, riguardando in esso la immagine dell'autorità di Dio» (51). Per virtù di fede, che non ha nè occhi nè giudizio, il Beato era giunto ad essere « un uomo senza volontà propria » (52). 5 - Era l'obbedienza vivente Di questa sua obbedienza semplice e cieca è esempio singolare l'ultimo regolamento della giornata. Non sappiamo dire con esattezza quando il Beato lo compose, ma con tutta probabilità è dell'ultimo periodo della sua vita, quando cioè era già religioso cappuccino. Esso è il documento più diretto ed espressivo della sua vita interiore - ' della sua ansia consumante, che astrae da tutto e da tutti per con- centrarsi unicamente nella preghiera. Come si potrà notare il Beato fissa ogni cosa e ogni tempo con la massima precisione di orari. (49) I, 43: Ubbidienza. (50) I, 73: Del comandare e del disobbedire: « L'autorità di comandare in un che temerariamente l'adopera è una spada in mano di un pazzo ». (51) P., 244, 65. Cfr. 196, 78; 437, 497. (52) P., 418, 101. - 174 -
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