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cenzo volle essere povero e libero da ogni cosa terrena, perchè inten– deva, con tutto l'anelito dell'anima, di « levarsi verso il cielo a volo», di « infiammarsi d'amore», tanto da divenire un altro serafino (37 b). 4 - La sua concezione dell'autorità La timidezza e l'incertezza naturale che agivano in lui l'avreb– bero certamente portato all'inazione e allo scrupolo se spiritualmente non fossero state superate nel modo più vigoroso. La provvidenza gli mise accanto, fin dall'infanzia, degli uomini che compresero piena– mente il suo temperamento e gli diedero un programma preciso. Impegnato a eseguire con fedeltà assoluta, senza discussioni e incer– tezze, quanto gli si veniva indicando, la sua giovinezza e il suo primo periodo sacerdotale si risolsero in una continua accettazione della volontà altrui, dei suoi direttori di spirito e dei suoi superiori. Era perciò inevitabile che in lui aumentasse la diffidenza di sè e nelle proprie idee e l'esigenza di una guida. La disposizione naturale al– l'obbedienza, sotto l'azione dell'umiltà, diventò così un'operosa neces– sità dello spirito, una specie di incapacità morale a prendere una iniziativa personale. Ma non ostante questa felice disposizione della natura anche il nostro Beato sentì il sacrificio dell'obbedienza. Se fosse avvenuto diver– samente, non sapremmo spiegare perchè nei suoi scritti esistano brani tanto numerosi su la necessità e il modo di conformare la nostra volontà alla volontà divina. Solo con l'obbedienza perfetta egli era persuaso di .raggiungere il compiacimento di Dio. « Il mio Maestro, trascrive da s. Margherita Maria, mi ingeriva tanto timore di fare la mia volontà che fin d'allora conobbi che tutto quanto potessi fare non gli sarebbe gradito se fatto non fosse per amore ed obbedienza >> (38). Seguendo i suoi maestri egli giunge ad offrirci l'intima ragione teologica del compiacimento divino nella nostra obbedienza: la vo– lontà dei superiori, per il suddito, è volontà di Dio. « Mi disse il (37 b) I diari sono ricchissimi di pensieri su la povertà come libertà dello spirito e mezzo dell'unione più alta con Dio. Vedi ad es. I, 53, n. 10, 13; 54, n. 31, dove si legge: « Il povero che è nudo sarà vestito e l'anima spogliata di tutti . i suoi appetiti sarà vestita da Dio con veste di purità e soavità e della sua medesima volontà». Scntenziario ài S .Gio– vanni della Croce. (38) I, 39: Ubbiàiem:a. - 171 -

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