BCCCAP00000000000000000000771
Don Isonni non potè neppure accennargli la sua faccenda, ma si disse oltremodo felice: non aveva mai fatto esercizi spirituali così frut– tuosi (27). 3 - L'altezza dell'altissima povertà La virtù della purezza, intesa e praticata in questa maniera, era già un'efficacissima forma di distacco dalle cose terrene, ma è signi– ficativo che il p. Innocenzo abbia trovato interamente solo nella povertà la libertà spirituale necessaria alle sue elevazioni. Scrupo– loso osservatore delle norme e degli aspetti esterni di questa virtù, egli puntava soprattutto a raggiungerne l'intimo spirito, che all'anima concede l'ineffabile capacità di farsi riempire e possedere da Dio. Notava nei suoi diari, togliendo dai suoi maestri: « Sappiano per cosa certa che cadranno in mille necessità spirituali e temporali quei religiosi che non saranno contenti di possedere Dio solo» (28). In cella « oltre il crocifisso non aveva altra immagine che quella del sacro Cuore», un tavolaccio per letto, uno sgabello, un libro di morale e uno di ascetica (29). Non aveva bisogno d'altro. Quando era in cella, se si eccettuano le ore di studio e di lettura spirituale, egli pregava (30). Non meno rigida era la povertà che p. Innocenzo manteneva su la propria persona. Fra Pasquale, che fu suo infermiere a Bergamo durante l'ultima malattia, ci dice che « aveva un moccichino tutto pezze e mende per fazzoletto, un paio di mutande dove erano più le mende che la tela. Economizzava persino le medicine, perchè di– ceva: « costano denari e noi siamo poveri». I rammendi erano opera sua» (31). Nel tentativo di evitare al Beato il grave sacrificio di predicare gli esercizi spirituali a Milano, il guardiano fece presente al p. pro– vinciale che non era decoroso far scendere dall'Annunciata, dove in certo modo si poteva tollerare, il p. Innocenzo con le sue tonache (27) P., 292, 107. (28) I, 54, n. 18. (29) P., 220, 63; 430, 159. (30) P., p. 292, 105: « Posso dire che la sua vita fu continua orazione. Ogni volta che l'ebbi a trovare in cella per chiamarlo a confessare o per altro, lo vidi sempre in atto di pre– gare». Deposizione di L. Scalvinoni. (31) P., 477, 58. - 169 -
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz