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scherzando, si sedette in mezzo e consumò tutta la porzione (21). AMi– lano una sera il p. provinciale gli disse che avrebbe gradito uno spetta– colo: un ballo per esempio. Il Beato non se lo lasciò dire una seconda volta. Si scostò dal gruppo dei religiosi, prese la posa più graziosa e iniziò un bel giro di danza, fra le grida rumorose dei frati, che non si sarebbero neppure immaginati il p. Innocenzo in quell'atteggia– mento (22). Per sollievo dei suoi confratelli egli sapeva anche giocare a dama e a carte, nelle lunghe serate invernali: erano partite appassionate, invariabilmente concluse con la sua sconfitta, perchè era stabilito che chi perdeva recitasse un certo numero di << Salve Regina» per il vincitore (23). Egli però faceva veramente ricreazione quando, trovandosi con i novizi o con gli studenti, poteva abbandonarsi ad argomenti asce– tici. Così parco di parole com'era sempre, in queste occasioni diveniva « inesauribile la sua vena in raccontare esempi della vita dei santi e le loro effusioni d'amore verso Dio». Se ne deliziava tanto che sembrava a tutti quasi rapito (24), e la sua parola si faceva fluida, ricca, immaginosa (25). Normalmente non era possibile portare il Beato a parlare di cose profane, fossero pure di grande attualità e necessità. Qualunque argomento su la sua bocca infilava presto la via religiosa e ascetica, si collocava nella sua luce teologica e soprannaturale: e di lassù non discendeva se non quando si doveva sospendere la conversazione. Quando incontrava qualche amico o conoscente non chiedeva mai se stava bene o male, dicono i processi, ma subito parlava di « cose di Dio con chiunque e non curava altro» (26). Una volta don Michele Isonni, fratello del suo antico direttore spirituale al seminario, aveva una grossa questione da sottoporgli. Pensava di poterla trattare a lungo durante il viaggio dall'Annunciata a Cividate. Ma appena fuori convento il Beato cominciò a parlare di cose spirituali e continuò per tutto il cammino, senza mai sospendere. (21) P., 428, 154. (22) P., p. 405, 31: deposizione del p. Leone da Briosco : « Ricordo che a Milano una sera in ricreazione il p. Agostino, provinciale, disse al p. Innocenzo: "Fate una ballata", ed egli prontamente si mise a saltellare come meglio poteva, in modo da suscitare un grande scroscio di risa nella famiglia religiosa». (23) P., 409, 51: deposizione di don Bortolo Valsecchi allora probando. (24) P., 249, 181. (25) P., 297, 124. (26) P., 290, 98. - 168 -
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