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deva, anche con modi severi: " Va, va e lavora e non aver dubbi ". E queste paure credo che fossero tutti i suoi peccati » (SO). Ma a Borno, per sua fortuna, c'era il suo superiore, alla parola del quale p. Innocenzo si rimetteva sempre, anche con la pena nel– l'anima. Assai più tormentoso gli riusciva l'assalto del dubbio quan– do non aveva nessuno a cui rivolgersi, quando, in un simile stato d'animo, doveva assumersi personalmente tutta la responsabilità dei suoi atti sacri. In questi casi era così forte la paura di offendere Dio che non temeva neppure di esporsi al ridicolo. « Una volta per non aver baciato la predella dell'altare dopo la santa Messa, come è co– stume dei Cappuccini, voleva abbandonare il paese - siamo ad Ossimo superiore -, per recarsi fino al convento dell'Annunciata a confessarsi: cosa che avrebbe fatto dispiacere alla popolazione. Sconsigliato a far ciò dalla mia povera mamma, non seppe tutta– via tenersi dall'andare al vicino paese di Borno per il detto scopo della confessione. Ritornato in ritardo e rampognato ancora dalla mia mamma quasi avesse fatto bestemmiare gli impazienti, altro è più grave rimorso per cui non poteva risolversi a celebrare la se– conda messa - p.oichè doveva binare per comodità del popolo - e ci volle del buono per persuaderlo a star quieto e fare ciò che do– veva » (51). In tutte queste prove, che è difficile collocare entro precisi dati cronologici, il Beato rimase paurosamente solo, assai spesso incom– preso o sbrigativamente trattato dai suoi stessi confessori, senza il più piccolo conforto della luce divina e nella drammatica · incer– tezza di camminare verso la perdizione piuttosto che verso il Signo– re. Ma nella durissima prova Dio andava operando la più alta puri– ficazione nell'anima del Beato Innocenzo e la disponeva a raggiun– gere i vertici dell'unione agognata. Verso gli ultimi anni appare a fianco del p. Innocenzo - pur tenendosi nell'incognita e lontano - un angelo consolatore. Di que– sto sacerdote, che era certamente un suo confratello, forse p. Arsenio, purtroppo non sappiamo niente, ma doveva essere un'anima assai sperimentata nelle vie spirituali e a conoscenza diretta della soffe– renza di p. Innocenzo. A una sollecitazione di aiuto mandata per iscritto dal Beato, egli risponde schematico e preciso coi seguenti punti: (50) P., p. 289, 94. (51) P., p. 283, 65. -160-

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