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Molti testi confermano dicendo che egli aveva un'idea così alta della perfezione religiosa e tanto orrore al peccato che « piangeva amaramente le piccole mancanze » e « tremava al solo pensiero di poter commettere il minimo difetto » ( 44). Su queste sue prove spirituali possiamo presentare alcune let– tere del Beato, le quali, mentre confermano la nostra facile ipotesi, rivelano l'immensità della sua sofferenza. Una è indirizzata a un suo antico compagno di seminario, l'altra a un suo èonfratello, pro– babilmente già suo guardiano. « Molto Reverendo Arciprete, Vi sono molto obbligato per la memoria che tenete di me, massime che ciò mi dà fiducia che non mi dimenticherete nelle vostre orazioni. Mi trovo in un abisso di miserie, gravoso a me ed agli altri, che non so spiegare. Deh! per l'amore di Gesù Cristo, soccor– retemi colle vostre · orazioni. Io fin d'ora faccio l'intenzione di met– tere anche voi nei ss. Cuori di Gesù e Maria nei mementi della messa. Il medesimo desidero che facciate anche voi per me. Quanto al padre dòmandato, iò ho letta la vostra lettera al p. Guardiano e mi ha detto che era impossibilitato ad accondiscendere. Invece della . novena della ss. Annunciata ho fatto qualche cosa per quella del– l'Addolorata, secondo il vostro desiderio. Ho veduto il Sinistri e la– vora indefesso a Edolo e anche fuori colle missioni: io sono qui inerte. Raccomandatemi, per carità, onde non abbia ad essere con– dannato col servo pigro. Intanto pregandovi dal Signore ogni benedizione sulle vostre fatiche, vi saluto con tutto l'affetto e sono il vostr.o amico Fra Innocenzo Capp.no. SS. Annunciata di Borno lì tre aprile 1884 » ( 45). Questo spasimo dell'anima continuava e cresceva di giorpo in giorno. Nessun confessore, nessun libro era capace di dargli la - - (44) P., p. 172-73, 3. Cfr. 273, 19; 274, 23; 275, 16. Sul modo tenuto dal p. Aurelio nel trattare, come p·enitente, il nostro B., è utile P. M ETODIO DA NEMBRO, O.F.M. Cap., I Fio– retti di Padre Aurelio, Soresina 1948, p. 43-44. (45) La lettera è indirizzata a don Pietro Bianchi, l'antico capo-sagrista del B. al seminario di Brescia e allora parroco a Provaglio d'Iseo. L'originale fu spedito a Roma, alla postulazione generale, il 13-3-1940. Noi togliamo dalla copia dattiloscritta dell'AP., c. 34, b. I. -157 -

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