BCCCAP00000000000000000000771

contemplando con le numerose Via Crucis quotidiane, e dal suo desiderio di annichilamento innanzi a sè e davanti agli uomini. E, forse, qui pure sta la causa soprannaturale del tormento del suo spirito. Per desiderio di patire, per la sua volontà di assomigliare in tutto a Gesù, chiese la prova interiore: e l'ebbe tremenda. Non aveva Gesù provato il tormento dell'anima nei momenti culminanti della passione del corpo? Nel Beato infatti si nota che al graduale intensificarsi della macerazione fisica si accompagna, in un crescendo pauroso, la prova interiore, durata fino agli ultimi anni. Il primo febbraio del 1876 egli fa il ritiro mensile. Ecco la conclusione delle sue meditazioni: « Al giudizio quello che sarà fatto, sarà fatto per sempre. Ogni momento di vita passata bene o male sarà compensata con secoli innumerabili di pena o di glo– ria» (5). Queste frasi, che scendono fredde e lapidarie nel suo scritto, dicono tutta la forza che le verità assumevano nel suo spirito e quanto agivano in lui, impedendogli ogni compromesso coi suoi doveri di perfezione. P. Valdemiro da Bergamo, che vide i manoscritti del Beato in una raccolta più completa dell'attuale, elenca nella sua biografia altre espressioni simili. Purtroppo non dice a quale anno risalgono, ma possiamo bene riportarle qui, poichè sembra che questo solo sia il loro posto. Esse ripetono in altre forme i concetti già enunciati. « Io coi miei peccati ho fatto sudare Gesù Cristo... Devo dunque consolarlo». E più avanti: « Gesù è da tutti offeso nel mondo: tocca a me non lasciarlo solo nell'afflizione e tenergli buona com– pagnia » ( 6). In questi anni egli è dunque il discepolo e il consolatore di Gesù Cristo. Lo spirito di s. Francesco stimmatizzato si comunica al figlio, il quale, nel silenzio del convento, libero da ogni impegno di ministero e di studio, contempla e piange d'amore su le piaghe del Crocifisso. L'orientamento del Beato verso la spiritualità francescana può dirsi ormai completo. D'ora innanzi noi non potremo rilevare in lui che il graduale e sempre maggiore intensificarsi della sua vita interiore. Essa non ha più alcuna incertezza fra le diverse scuole ascetiche: ha trovato la sua via e per essa il Beato camminerà, si– lenzioso ed alacre, senza soste, fino alle vette supreme. (5) I, ivi. (6) P., p. 527. -128-

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz