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Nè si dimentichi che il Beato Innocenzo caratterizza la sua vita interiore con l'accento particolarissimo dell'umiltà. Egli non ebbe mai il sospetto che i suoi problemi spirituali potessero meritare da lui o da altri una parola di commento; si limitò quindi a segnare le direttive che riceveva in momenti particolarmente significativi. E perchè non riconoscere uno scopo direttivo anche al frutto delle sue letture, non eseguite per incontri fortuiti, ma avvedutamente scelte dal repertorio ascetico della biblioteca conventuale? Ci sembra infatti assai importante rilevare che, mentre i santi ricorrenti nella prima parte del primo diario completano gli indizzi di vigilanza e di con– trollo attinti alla scuola ignaziana della sua giovinezza, tutte le altre pagine, scritte negli anni della sua vita religiosa, sono occupate soltanto dai santi mistici, che portano decisamente alle forme con– templative e unitive. Come pure è molto significativo che di que– sti santi egli non ami il precetto teorico nè indugi nella lettura delle biografie, ma scelga sempre l'autobiografia, dove il principio asce– tico si illumina e. si attua nell'esempio vissuto. Al Beato non restava che l'impegno della imitazione, cioè quel lavoro che noi ricono– sciamo fondamentale e caratteristico della sua santità. 4 - Le forme della sua santità E' impossibile segnare la successione cronologica dei diversi momenti del suo cammino interiore, come non è possibile indicare in quale tempo il suo spirito si orientasse verso questo o quel santo, poichè tanto le deposizioni processuali che i diari non offrono, in proposito, alcun suggerimento. Solo possiamo dire che l'indirizzo spirituale della sua giovinezza è spiccatamente ignaziano; in seguito, guidato dalla parola di s. Francesco di Sales, entra alla scuola dei mistici che, col serafico Padre, saranno gli unici suoi maestri e modelli fino alla ·morte. Le aspre continue penitenze e la vita di orazione ininterrotta ci danno, immediato, il senso dello straordinario e dell'eroico. Troppo spesso viene da chiederci se i testi non abbiano esagerato o abbiano visto bene. La penitenza e la preghiera collocano la figura del Beato Innocenzo tra- i Santi del tempo passato, sanguinanti sotto il flagello e ardenti nel volo mistico, lo chiudono tutto in se stesso e nel suo Dio, quasi impedendogli ogni contatto col mondo e con gli uomini. L'orazione e la penitenza, assai più e assai meglio di altre virtù, lo aiutarono a divenir santo, diedero alla sua anima l'ansia tormentosa dell'ascesa e la gioia dell'amore più grande. Si potrà -XV-
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