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è solo una pallida immagine della fama, ma don Giovanni, dive– nuto fra Innocenzo, non solo confermò assai presto, ma aumentò il concetto comune della sua virtù. « Ancora novizio fu modello dei religiosi». « Ben presto, fu l'esempio di tutta la comunità reli– giosa per l'osservanza, per il fervore di pietà, per la delicatezza estrema di coscienza » (26). Quando i frati scendevano a Berzo parlavano di lui con vero entusiasmo: « Da quanto udii dai Padri Cappuccini, dichiara una sua parente, egli in convento si diede ad una vita anche più intensa– mente applicata all'orazione e alle penitenze, di guisa che dovevano moderarne il fervore » (26 b). Il domestico del convento, che vedeva ogni cosa, ci racconta che « da novizio fu tutto obbedienza e ora– zione ed anche i padri lo ritenevano di ammirazione per la sua santità. Alle volte aiutandoli io per il bucato, lo si invitava ad occu– pare· intanto i confratelli con qualche preghiera, di che il buon novizio si mostrava tutto lieto e bisognava poi pregarlo che la finisse » (27). Per dare un'idea del suo fervore non potremmo fare di meglio che riportare una interessantissima pagina che p. Timoteo da Brescia, suo connovizio, scriveva su Annali Francescani solo qual– che mese dopo la morte: « Profondamente convinto, egli dice, che tutti i suoi compagni erano altrettanti santi e che egli fosse un pec– catore tra angeli, a questo concetto, a questa intima convinzione era costantemente inspirato l'umilissimo suo contegno. Di qui il ripu– tarsi egli indegno di pur trovarsi tra di loro, lo studio di compia– cerli e di servirli, il tener per sè e in ogni cosa l'infimo luogo, il domandar loro perdono, con accento e parole che uscivano dal profondo del cuore, de' suoi cattivi esempi, il raccomandarsi del continuo alle loro preghiere, l'accettare con grande sommessione qualunque avvertimento od osservazione che dai medesimi gli ve– nisse fatta. Nel noviziato dei Cappuccini evvi la santa consuetudine che i novizi abbiano ogni giorno a correggersi reciprocamente, con grande umiltà e carità, dei propri difetti. Orbene, in qual maniera diportavasi il nostro p. Innocenzo nella pratica di questa reciproca (26) P., p. 159, 17. AP., c. 34, b. I. Abbiamo in datq 18 e 19 febb. 1875 la relazione del p. guardiano Epifanio da Saronno e del p. maestro Felicissimo da Qualino sul noviziato del B. e su l'esito della votazione: « Votanti n. 7. Favorevoli n. 7. Contrari n. 00 ». Cfr. su l'anno di noviziato. P., 158, 15; 159, 17; 162, 30-31; 165, 42. (26 b) P., p. 160, 23. (27) P., p. 165, 46. Cfr. 160, 23; 161, 24; 169, 58. -· 119 -

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