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quando le trascriveva, non aveva alcuna intenzione di postillare in qualche modo i fatti del suo spirito, queste sentenze restano sempre indicatrici di una meta. verso la quale mirava e di una esperienza vissuta: il pensiero dei suoi santi acquietava le sue ansie, nel tempo stesso che illuminava il suo cammino. A nostro parere è significativo soprattutto che questo folto e prezioso materiale ascetico non entri mai nelle sue prediche o fra gli appunti delle conferenze. Se non raccoglieva per uso oratorio, per quale fine componeva questa copiosa antologia, se non perchè gli servisse come prontuario spirituale? Sappiamo che i santi non indugiano oziosamente a fare trascrizioni consimili per cose che potrebbero, quando volessero, trovare ?mpiamente sui libri della biblioteca. Queste sue sillogi sono perciò la scelta fatta dal suo spi– rito, sospinto ora dal dubbio interiore, ora dalla sete di consuma– zione, nell'intento e nella volontà di ripetere in sè le virtù dei suoi . maestri. Fin dai suoi anni giovanili il Beato ci si presenta assai de– sideroso di conoscere le vie dello spirito seguite da altri; e in seguito questa sua tendenza diviene così caratteristica, che noi lo potremmo chiamare alunno e figlio spirituale dei santi. Queste raccolte hanno inoltre il vantaggio di essere confer– mate più volte dalle testimonianze dei processi, dove noi possiamo constatare che il suo impegno di praticare quanto il Signore aveva chiesto ai suoi prediletti è tale, che non di rado giunge fino alla interpretazione materiale. Il desiderio divino, con senso e forza di preciso comando, si attuava anche nel Beato ogni volta che l'osser– vanza conventuale o il permesso dei superiori glielo consentivano. Ciò avviene specialmente per quanto è detto del serafico Padre, di s. Francesco di Sales, di s. Gertrude e s. Metilde, sopratutto di s. Maria Maddalena de' Pazzi e di s. Margherita Maria Alacoque. La vita e gli esempi di questi santi guidano e stimolano la sua attività interiore, nutrono la sua pietà e accendono il suo cuore, tra– sportandolo nel vortice gaudioso dell'amore unitivo. Si comprende così come il suo spirito progredisca decisamente verso la purifica– zione e la spogliazione di tutto ciò che in lui poteva esistere di umano o che avesse l'ombra dell'umano. Il nostro Beato volle essere, e fu realmente, uno spirito nudo. e libero sotto il raggiare dolce o il bagliore violento della luce divina. Tutto questo, è chiaro, si rileva solo dai suoi diari. Togliere dalla sua vita questi santi, come guide alla sua di– sciplina interiore e come stimolo all'unione consumante, signifi– cherebbe proibirsi per sempre di capire la vera natura e la profon– dità, la vastità e la intensità della sua stessa vita spirituale. -XIV-

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