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a cui tutti gli uom1m sono meno che una goccia d'acqua. Per non passar bene il tempo di un batter d'occhio, rischiare una eternità? Morto che sarò, nessuno più penserà a me: quello che avrò fatto io di bene lo troverò... » (8). Il pensiero della morte e della vita eterna, che sono tanta parte delle sue meditazioni, colora e sostanzia la sua spiritualità. « Chi ha trovato un buon consigliere, dice nell'esordio della predica su la morte, ha trovato un tesoro e questo il Signore l'ha provveduto a tutti ed è la morte: sempre pronta, sempre sincera, sempre sicura. Desiderate voi di indirizzare bene le cose all'ultimo fine, ben rego– lare la vostra vita? Pensate che cosa vorrete aver fatto in morte, operate come se foste in punto di morte ed opererete rettamente » (9). Il pensiero che ci si possa dannare lo accompagna e lo tor– menta sempre. Negli ultimi giorni della sua vita, predicando gli esercizi spirituali ai suoi confratelli in Milano, all'inizio della me– ditazione su l'inferno, disse: « Anche i cappuccini si possono dan– nare » (10). E preso dalla commozione e dal terrore scoppiò in lacrime e non potè più dire parola. L'interpretazione data da alcuni a questo fatto è che p. Inno– cenzo pianse perchè sapeva positivamente che all'inferno vi sono dei cappuccini lombardi, ma è inesatta. Il vero senso di quelle la– crime sta nascosto nel timore che egli, ormai alle soglie della sua eternità, potesse dannarsi per i suoi peccati. I santi temono sempre cli perdersi, poichè nessuno, come essi, sa di poter peccare ad ogni istante della vita, se la grazia di Dio non preserva e non salva. Dunque tutto il problema di don Giovanni era qui: salvarsi. Per salvarsi sicuramente, bisognava farsi santo: nella preghiera, nella penitenza, nell'umiltà. Nel mondo non poteva sperare gli aiuti necessari, perchè, annotava con s. Teresa: « Conosco chiara– mente che tutti gli aiuti del mondo sono come tanti stecchi di ros– marino secco: appoggiandosi ad essi non v'è sicurezza, poichè essen– doci un poco di peso di contraddizioni si spezzano» (11). Ciò che resta a un'anima così persuasa è il « darsi alla mortificazione, (8) I, p. 34-35. (9) I, p. 80. (10) P., p. 449, 68. « Nella predica dell'inferno fece rabbrividire quando esclamò: Ohimè! Anco dei cappuccini piombano in bune locum tormentorum ». P GREGORIO DA BRENO, o.m. cap., o.e., p. 94. (11) I, p. 33. -111-
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