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ralmente tutto quello che credeva necessario o utile ai loro bisogni, giungendo a gesti che avevano dello sbalorditivo: diverse volte diede loro, in soldi, delle somme per allora incredibili (24). Dinanzi al bisogno del fratello egli, come dicevamo, non ra– gionava e non faceva distinzioni di sorta. Una sua zia di Niardo era tanto povera ed egli, avendo in casa una bella damigiana di vino, decide di mettersela su le spalle e, mentre la mamma è as– sente, parte. Era ancora mattino presto quando giunse ad Astrio e sostò trafelato in casa di don Molinari. La povera donna, assieme a qualche buon bicchiere, avrebbe potuto avere anche qualche soldo per tacitare i suoi creditori (25). Fra Ferdinando da Valtesse, già ricordato come questuante, gi– rando di casa in casa a Berzo e per la valle, assieme all'elemosina rac– coglieva continuamente questi fioretti di don Giovanni. In tema di carità per gli infermi dice che la gente « esaltava altresì la sua pazienza ammirabile con la quale li assisteva, spendendo al loro letto le intere notti: neppure pregato di prendersi un po' di riposo sapeva staccarsi da loro » . (26). Questo zelo ebbe modo di moltiplicarsi e far miracoli nel tragico anno del tifo - 1873 -: passava instan– cabile di casa in casa benedicendo e confortando, a tutti donando una parola di speranza o recando un'offerta (27). Come a Cevo così anche a Berzo non si usava ormai altro modo per accennare a lui che col dirlo santo: « il nostro santo don Gio– vanru ». 6 - Il fascino dell'Annunziata Nei tre anni che il Beato passò a Berzo, fece gli esercizi spi– rituali al convento dei cappuccini dell'Annunziata. In data sette set– tembre 1871 egli annotava: « Ho fatto gli esercizi spirituali nel convento dell'Annunziata ed ho fatto la confessione annuale e più. Pratica avutane dal confessore per questo mese: umiltà, riferendo a Dio i beni avuti, ed umiliandomi, tenedomi inferiore a tutti. Gia- (24) P., p. 126, 27; 128, 29; 130, 36; 134, 51-52; 137, 64; 138, 70 ecc. « Al pros– simo aveva cosl grande amore che dava tutto quello che aveva. Viveva miseramente e dava denaro e roba ai poveri. Mandava alle vedove dei sussidi fino a cinque lire in una volta sola e biancheria e rame. Non parlo poi degli infermi, dai quali andava sempre». Deposizione di Marta Bersi, P., p. 321, 104. (25) P., p. 146, 103. (26) P., p. 121, 15. (27) P., p. 125, 25. -104 -

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