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veri e gli ammalati. Il suo cuore sembra essersi allargato a tutte le miserie, a tutte le sofferenze, a tutti i bisogni. Non faceva la gretta distinzione di parrocchiani e non parrocchiani, di parenti e non pa– renti. Per lui il povero era sempre degno di considerazione, perchè gli rappresentava sempre e soltanto Gesù sofferente nella povera persona umana. Egli soccorreva dando senza riflettere tutto quello che poteva dare e che il richiedente desiderava, poichè, depone Marta Bersi, non si limitava a dar da mangiare, ma anche. biancheria e utensili da cucina. La mamma, quando frugava nei cassetti e tro– vava mancante qualche cosa, sbuffava e faceva tremendi propositi contro il figliolo per quando sarebbe rientrato. Poi usciva di casa, raccontava la cosa a una vicina e la pentola o il paiolo erano subito trovati. « Appena ha finito di usarlo, signora Francesca, me lo riporti, se no don Giovanni, che non sa che è mio, lo fa partire come gli altri » (22). La mamma però in fondo lo ammirava: « E' un bel pasticcio, pensava, avere un figlio prete, ma è meglio santo che avaro». Così trovava modo di consolarsi. Anche a Berzo il Beato continuava nel brutto vizio di frugare nelle pentole. Un giorno il questuante cappuccino scende dal con– vento dell'Annunciata e sapendo della ospitalità cordiale di don Scal– vinoni, si reca da lui per il mezzogiorno. Ma quella volta capitò piuttosto male. Ecco la sua deposizione. « Entrato in casa del curato don Giovanni assistetti alla scena avvenuta tra di lui e la sua povera mamma, la quale gli domandava cosa avesse fatto della carne che lei aveva messo nella pentola a bollire e che non si trovava più. Egli rispose: sarà tutta liquefatta in brodo. Ed essa: anche l'osso? Ed egli vistosi scoperto, rispose: Scusatemi, mamma, l'ho data a una povera ammalata. Ed ella lo rampognò di questo, dicendo di non aver altro per il desinare. Egli si accontentò di un po' di minestra; per la mamma e per me, che volle facessi parte del desinare, non ci fu che polenta e un .pezzettino di cacio» (23). Tornando al convento col sacco della cerca, quella sera fra Fer– dinando aveva qualcosa di ben più gradito che un tozzo di pane per i suoi confratelli: recava lassù uno stupendo esempio di carità e di povertà. Gli ammalati erano i suoi preferiti. Per essi il Beato dava lette- (22) P., p. 129, 30. (23) P., p. 121, 14. -103 -

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