BCCCAP00000000000000000000771
siali, liceali e teologici, con l'eloquenza di voti invidiabili, dim0- strano che aveva intelligenza più che discreta: ma nessun lampo di intelligenza illumina i suoi scritti, che risultano di citazioni ascetiche fatte sui più noti maestri di spiritualtà o di materiale oratorio attinto ai più diversi autori. La sua volontà, che si svela prepùtente fin dall'infanzia nell'esercizio della pietà e della virtù, non ebbe nes– suna considerevole manifestazione nell'esercizio dell'autorità che . gli fu affidata, prima sui seminaristi e poi sui novizi cappuccini alla Annunziata di Borno. Fallito come studioso, fallito come viceret– tore, fallito come vicemaestro. Come uomo, diremmo noi, valeva zero. Dove sta il significato di una vita simile ? La sua grandezza c'è, ma è altrove. Egli sapeva pregare, donare ai poveri, perdonare ai peccatori, umiliarsi, nascondersi, scomparire. Come anima desiderosa di superarsi e di perdersi in Dio era un autentico gigante, capolavoro della volontà più decisa e generosa. Nelle vie della santità egli ebbe infatti un cammino al tutto speciale: il silenzio, l'umiltà e l'amore. Se p. Innocenzo è visto così, è visto bene e la sua virtù si rivela senz'altro luminosa ed eroica. Potremmo anzi dire che è la vera e grande santità di alcuni suoi contemporanei, ormai saliti alla gloria dell'altare, come s. Teresa del Bambino Gesù, s. Corrado da Parzham e, in certo senso, il b. C. Ferrini. Egli è una anima che Dio vuole tutta per s_è davanti al suo altare, nell'adorante contemplazione del suo dolore e del suo amore per noi. Gli uffici esterni, che i superiori gli affidarono in diversi tempi, glielo conten– devano, impedendo o limitando l'abbandono del Beato all'attrazione della sua grazia. E Dio boccerà sistematicamente questi tentativi ser– vendosi delle manchevolezze umane e della virtù del suo servo, fin che gli uomini avranno capito il suo disegno e glielo concederanno tutto e per sempre. Don Giovanni aveva avvertito da tempo che questa sola era la sua vocazione e, per quanto dipendeva da lui, si sforzava di attuarla. Egli infatti tracciava il suo più vero programma e l'essenza della sua spiritualità quando scriveva nel diario le grandi parole di s. Francesco di Sales. « In avvenire non voglio essere più niente di alcuno, nè che alcuno sia niente per me, se non per Iddio. Spero di adempir questo, dopo che m'avrò grandemente umiliato avanti a Lui>> (26). (26) I, p. 28, n. 74. Per individuare questo spirito di totale spogliazione delle cose e degli .interessi terreni nel nostro B. citiamo I, p. 64: « Descrizione di un'anima abbandonata alla divina volontà », tolta dalle estasi di s. Maria Maddalena de' Pazzi e alcuni passi estratti da s. Margherita Maria Alacoque, come I, p. 46: « Santissimo Sacramento». -93-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz