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santo perchè tratta cose sante e santifica le anime, don Giovanni si impegnava ogni giorno a dare l'esempio di virtù che Dio desidera e i popoli vogliono. A che serve nel sacerdote la scienza e la cultura, se non c'è la sanità? · « Cosa serve fabbricarsi un palazzo, dove non si· abita? Così non badate a fare quello che non appartienè al vostro stato, ma procurate di far bene quello che vi appartiene e di essere molto bene quello che siete » (19). Essere « molto bene » quello che si è: essere dunque santi e ·formare dei sacerdoti santi. Questa massima del santo della dolcezza fu per il Beato il programma ascetico e pedagogico nell'anno del suo vicerettorato. E chi oserà dire che si sbagliava ? · 5 - La· via segreta dei santi Mentre per lui quell'ufficio diventava sempre più difficile, i superiori, costretti a riconoscere la sua inettitudine, gli andavano togliendo fiducia. Qualche· confidenziale osservazione in principio, poi i richiami fatti con prove alla mano: uno dùpo l'altro gli veni– vano indicati gli errori che commetteva. Le sue relazioni, dopo i primi mesi, dovettero avere come conclusicme il lamento aperto e forse la dichiarazione, umiliantissima per don Giovanni, che mons. Bertazzoli si pentiva di aver insistito presso il vescovo per la sua nomina. Egli chinava la testa, prendeva tutto in silenzio, si inginoc– chiava a chiedere perdono, prometteva di essere più forte, e usciva dallo studio per andare in cappella a .raccontare la sua. bruciante amarezza a Gesù. Non era proprio capace .di far nulla: aiutami, tu, o Signore. E il Signore, con le parole del suo maestro di Sales, gli rispon– deva: « Accettar volentieri la correzione e il non lasciar passare occasione di umiliarsi è buon segno di salute spirituale e di perfe– zione. Un'oncia di correzione e di umilizione che ci viene dagli altri vale più che molte libbre che vengono da noi stessi» (20). . Da questi pensieri la sua meditazione su l'umiltà prendeva animo ed egli si internava nella considerazione dei più diversi motivi per innamorarsi e godere della propria confusione. « Ricordati spesso della vita eterna e che chi è più abbietto e meno stima se stesso (19) I, p. 29, n. 90. (20) I, p. 32, n. 96. Cfr. anche p. 26, n. 34. __,... 91 -
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