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Come si sarebbe svolta la sua vita interiore, la sua preghiera, la sua unione col Signore ? Con la lettera del vescovo in mano il Beato andò subito in cerca del parroco, di colui che, avendo ottenuto la sua destinazione a Cevo, poteva essere allora l'unica speranza. Don Codenotti, pure sorpreso e addolorato, lo ascoltò, pensò alla grave perdita che subiva la sua parrocchia e il suo personale ministero, vagliò tutte le possibilità che gli si andavano presentando, ma non ne accettò neppure una. Alzando gli ochi e guardando fisso il suo curato in lacrime, gli rispose fermo: « Don Giovanni, questa è volontà di Dio: obbedite. Non andrò e non scriverò a Brescia per fermarvi qui .con me. Il vostro ministero in seminario è assai .più grande e meritorio che non in una parroc– chia, sia pure la mia. Qui si curano le anime, là si preparano i sacer– doti. Per Cevo si troverà bene un altro curato. Obbedite: è volontà di Dio». Non c'era proprio nulla da fare. Col foglio in mano il Beato uscì dallo studio del parroco e andò in chiesa. Quella nomina la atter– riva. Prostrato innanzi al ss. Sacramento, pianse dirottamente invo– cando dal Signore che lo liberasse da quell'incarico. Come Gesù nell'orto, anch'egli pregò e scongiurò la divina volontà. Il clero vicino, subito informato della cosa e compreso del grave combattimento interiore dello Scalvinoni, lo andava confortando e persuadendo in ogni incontro che era volontà di Dio. Don Rondini fu testimone di una conversazione del genere, che più tardi riferì nei processi canonici. « Era di così profonda umiltà da tenersi inca– pace di tutto e per conto suo si sarebbe sempre tenuto queto nella sua abbiezione se non lo muoveva l'obbedienza. Quando dai superiori della diocesi fu chiamato qual ' vicerettore in seminario, ben ricordo che rimase così sconcertato ed atterrito, nella persuasione di non essere da tanto, che non si potè rassegnare a tal obbedienza se non quando il vicario di Cedegolo, don Bortolo Fiorana, in casa mia ad Andrista - ove io ero curato - lo venne rassicurando essere quella la volontà dj Dio » (1). La volontà di Dio! Non era forse la sua meta suprema? Don Giovanni chinò la testa, si inginocchiò, adorò profondamente e in lacrime chiese perdono al Signore d'aver voluto, sia pure per breve e con retta inten2>ione, tentare di sottrarsi alla volontà del suo vescovo. Più tardi, forse quando è già in convento, egli fisserà nel diario queste (1) P., p, 123, 19. -84. -
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