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di vita spirituale: « Non vi dispiaccia l'essere a letto senza poter fare la meditazione, poichè è meglio essere in croce con nostro Signore che mirarlo solo da lontano. Io so benissimo che in questo letto get– tate mille volte al giorno il vostro cuore nelle mani di Dio: e questo basta » (33). Ma la gioia di poter dare questo consiglio sarà capitata poche volte anche a lui, poichè sono sempre tanto rare le anime che pos– sono intendere la sublimità della sofferenza in questo modo. Più frequente invece era l'impegno di· disporre l'ammalato ad accettare la volontà di Dio e ciò procurav_a di ottenere specialmente dai mori– bondi. In base ad argomenti teologici, confortati da una esplicita nota di s. Francesco di Sales, egli aveva raggiunto questa convinzione: « che a Dio è impossibile condannare eternamente un'anima la quale, uscendo dal corpo, ha la volontà rassegnata alla sua volontà. Perciò assistendo i moribondi procurava disporli a sottomettersi alla volontà di Dio. La sua grande parola era questa: ' O Dio, sìa fatta la vostra volontà. Così sia, o Padre, giacchè piace a voi così' » (34). In questo modo « il nostro santo don Giovanni » ricollocava in punto di morte tra le braccia di Dio quel suo prossimo che in grembo a Dio aveva sempre visto e considerato. Potremmo riassumere tutta la sua vita, così densa di opere sante e così altamente guidata dalla fede, con una espressione che egli stesso, togliendo dai santi, inseriva nel diario: « La carità dicesi via, perchè ci guida all'ultimo fine, Dio. Dicesi vita, perchè è la vita e la perfezione dell'anima come l'anima è la vita del corpo. Dicesi verità perchè senza di essa non vi è virtù vera » (35). (33) I, p. 30, n. 108. (34) I, p. 25, n. 25. (35) I, p. 24, n. 9. -82-
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