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che alla fine sarebbe giunta una grande «prova» circa la verità di questi eventi. «Crederanno! Crederanno!», era solita ripetere in tono profetico - anche se un po' afflitto - la misteriosa Apparizione. L'umana, la troppo umana impazienza dei fedeli era spiegabile: i mesi passavano e non succedeva nulla di decisivo. Di queste settimane di Quaresima, scandite da meraviglie «or– dinarie», la giornata del 18 marzo, vigilia di San Giuseppe, fu par– ticolarmente luminosa. Domenica 18 marzo arrivarono a Garabandal due preti in abiti civili: uno dei é.ue era il celebre Padre José Silva, fondatore della «Città dei Ragazzi» di Orense. Durante il pomeriggio e la notte dal 18 al 19, non smise di seguire da vicino le ragazze in estasi, ferme o in modmento, a volte inportunandole e sforzandosi di cogliere quanto più possibile dei loro misteriosi dialoghi. I genito– ri delle piccole veggenti dovettero richiamarlo all'ordine, così co– me il brigadiere della guardia civile. Alla fine, un sacerdote in abito talare, notando che questi rimproveri non sortivano effetto, e ve– dendo che Jacinta aveva persino rischiato di cadere, spinse mala– mente Padre Siha credendo si trattasse di uno scocciatore qua– lunque. Nello stesso istante, Jacinta si voltò e pose il crocifisso sulla bocca dei due sacerdoti, che si guardarono, si capirono, si abbracciarono e si avviarono :.mieme verso la chiesa, dove si confessarono reci– procamente fre. ~e lacrime. Siccome non avevano l'autorizzazione per celebrare la messa al– l'interno della cbesa, decisero di farvi un'ora di Adorazione not– turna. La cosa era difficile per una questione di permesso e di chiavi: della chiesa, deEa sacrestia, del tabernacolo. Alla fine, tu:t'.l si risolse: i due sacerdoti fecero un'ora di Ado– razione «sui gen::ris». Uno dei due testimoniò poi: «Abbiamo re– citato il rosario :::ome non mai in vita nostra, quasi tutto con le braccia aperte a forma di croce». E il brigadiere della guardia civile, Juan Alvarez Seco: «Potem– mo fare l'ora di f_dorazione, in alcuni momenti con le braccia aperte a forma di croce. In seguito facemmo quasi tutti la Santa comu– nione. Fu mera~iglioso». Maximina, in :ma lettera del 21 marzo alla famiglia Ortiz di San– tander, scrive: <,C'erano qui molti sacerdoti... L'altra notte, alle .3 del mattino, nel corso di un'ora di Adorazione, chiesero ad alcu– ni dei presenti ci commentare i misteri del rosario. Il primo fu il signor Matutano. La gente piangeva commossa. Il Marchese di 79
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