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stava molto male, ma mi ha anche incaricato di dirle che è guari– to". E in quel preciso istante i miei dolori scomparvero». Il 17 ottobre, Garabandal fu immersa in un'atmosfera di gran– de e luminosa speranza. Arrivò una folla numerosa, ansiosa di ciò che sarebbe potuto accadere l'indomani. La tensione dell'attesa era in alcuni colma di tranquilla certez– za, in altri vibrante di nervosa preoccupazione. Cosa sarebbe suc– cesso? E se non fosse successo niente? Uno dei più inquieti, in continuo e ansioso andirivieni per le vie del paese, era il parroco, il bwn Don Valentin Marichalar. Si sentiva coinvolto in prima persona. Neanche i genitori delle veg– genti erano molto tranquilli: non potevano dubitare della sinceri– tà delle loro figlie, ma si trovavano di fronte a eventi così straor– dinari, talmente fuori dalla loro comprensione... In mezzo a tante ansie e tanti dubbi, le bambine erano le più serene. Non a•1evano alcun dubbio sulla realtà delle loro visioni; avevano completa fiducia nella Vergine. Il 18 ottobre La notte fra il 17 e il 18 ottobre piovve senza sosta. Nel buio e nel silenzio, su tutta la distesa del versante cantabrico si poteva udire l'immensa e sorda sinfonia dell'acqua che scrosciava instan– cabilmente: le cateratte del cielo parevano inesauribili. Tuttavia, prima che la h:.ce del giorno riuscisse a perforare lo spessore della bruma, molte a-.ito misero in moto i loro motori. Ecco il racconro che Maria Herrero de Gallardo ha fatto del suo viaggio: «Quel 18 ottobre 1961, quando si levò l'alba, pioveva a dirotto su tutta la pro·,incia di Santander. Partimmo di buon ora da San– tander ma, fin dalle alture di Carmona, fummo costretti ad acco– darci a una fila di macchine che ci precedeva e che si dirigeva co– me noi verso San Sebastian de Garabandal. A Cossio, ri-.1sdmmo finalmente a parcheggiare l'auto in un pic– colo slargo. Ma avevamo davanti a noi sei terribili chilometri da fare a piedi. La pioggia hcessante aveva trasformato la salita in un pantano scivoloso. Tenendo con una mano l'ombrello, e usando l'altra per attutire le cor:.tinue scivolate, proseguimmo il nostro cammino. Ricordo quelfa salita come un vero calvario che durò più di tre ore». 59

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