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Così, quel 29 luglio, a dispetto del loro scetticismo d'altra parte rapidamente scosso, entrarono nella storia di Garabandal due fra– telli, sacerdoti e religiosi, che sarebbero stati fortemente implica– ti, in seguito, nello svolgersi degli eventi. 1 Si cominciò a chiamare cosl un piccolo spazio in mezzo alla «Calleja» dove si produceva– no di solito le estasi delle ragazze. Affinché queste non fossero alla mercé della calca e del– l'indiscrezione del pubblico, questo spazio era stato circondato da assi disposte a forma di rettangolo: da qui il nome di «Cuadro». 2 Si tratta di Don Valentfn Marichalar, che era parroco di Cossio, dove risiedeva, ma che, avendo anche la cura pastorale della parrocchia di Garabandal, vi si recava molto sovente (n.d.t.). 3 Op. cit., cap. IV, pag. 70. 4 Op. cit., cap. IV, pag. 87 nota 25. 5 Si tratta del signor Lorenzo Otero (la sua relazione si trova in op. cit., cap. VI, pag. 97-101). 6 Secondo un'informazione di Padre Ramon Andréu s.j. circa questi primi tempi a Gara– bandal, dr. op. cit., cap. V, pag. 73-77. 7 Op. cit., cap. V, pag. 73-75. 8 Op. cit., cap. VI, pag. 102.107. 9 Op. cit., cap. VIII, pag. 139-146. IO Le parole di Conchita che si informò su ciò che era successo al paese sono queste (pag. 43 del suo diario): «Durante i giorni che ho passato a Santander c'erano al villaggio due padri gesuiti. Venivano, come molti, senza credere a niente; e un giorno, Loli e J acinta ebbero ai Pini un'apparizione nel corso della giornata. Questi due padri si trovavano là, e, vedendole in estasi, credettero... » 11 Estratto di un dialogo fra Padre Ramon Andréu e il traduttore francese del diario di Conchita, G. du Pilier. Lo si può leggere in ur,a nota importante (pag. 49-51) dell'edizione francese del diario (vedi cap. I, nota 2, di questo volume). 36

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