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roco di Garabandal, che a quell'epoca si trovava in una parrocchia di Santander, Nostra Signora della Consolazione. Era il miglior intermediario per convincere Aniceta, la madre di Conchita. A questa donna buona, ma sempre sospettosa, venne detto che il viaggio aveva per scopo un importante colloquio con il Vescovo, al fine di chiarire una volta per tutte quell'insieme di fatti strani che già preoccupavano tanto lei e d'altronde molti altri. Ma nel piano della Commissione non c'era solo la visita della bambina al Vescovo. Conchita lo capì immediatamente e lo scrisse laconica– mente nel suo diario: «Volevano portarmi a Santander perché dice– vano che ero io a influenzare le altre... Mi portarono via per costruire le "prove" contn di me». La mattina del 27 luglio, le due viaggiatrici, madre e figlia, la– sciarono il villaggio in compagnia del menzionato sacerdote Don Luis Gonzalez. Molto presto quel pomeriggio raggiunsero Santan– der; al calar dell.a notte, Conchita diede spettacolo senza volerlo, cadendo in estasi praticamente in mezzo alla strada, davanti alla porta della chiesa della Consolazione (alla stessa ora - cosa appura– ta in seguito - le altre bambine veggenti erano anch'esse cadute in estasi, pur essendo rimaste a Garabandal, a circa 90 chilometri di distanza dalk «pericolosa influenza» di Conchita!). Per quest'ultiEJ.a, cominciò il giorno stesso l'esame programma– to da due membri della Commissione, il medico José Luis Pifial e il sacerdote Don Francisco Odriozola. Agli «esami» :li carattere più o meno psichico o psicologico si aggiunse una forre cura di <<cambiamento d'atmosfera ►►: spiaggia, spettacoli, diver:imenti, ecc. (Santander celebra in quel periodo le sue feste estive). Mentre la ragazza si trovava in quell'ambiente così decisamente diverso, non ebbe più estasi. Chiunque può ca– pire quale impatto abbiano avuto tutte queste novità sulla sensi– bilità di un'adolescente così sveglia strappata d'improvviso al luogo raccolto e auste::o della sua montagna. Con questa cura intensiva di mondanità, e utilizzando duran– te i colloqui con la ragazza un misto di adulazione e di minac– cia, coloro che agivano in nome della Commissione raggiunsero infine il risultate che apparentemente speravano: strappare a Con– chita delle «pro\'e» contro la veridicità di tutto ciò che succedeva al paese. Queste <<prove» risultarono poi essere una dichiarazione ambi– gua della bambi:i.a: «Forse ciò che mi riguarda non è sicuro, ma per quanto riguarda le altre bambine, sì... », e una firma «in bian- 33

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