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ad un'altura sopra. il villaggio chiamata «i Pini», per via dei nove alberi che vi erano cresciuti solitari4. Per l'importanza e il ruolo che detta collina non tardò ad avere in quella che potremmo chia– mare la «dinamica di Garabandal», tale luogo può essere conside– rato il nuovo Mo:ite Carmelo della presenza di Maria tra i suoi. Il pomeriggio di quella domenica 16 luglio ci fu in chiesa la reci– ta del rosario, alfa quale presero parte tutto il paese e molti fore– stieri. Alla fine, due delle ragazze, Conchita e Loli, uscirono dalla chiesa già in estasi. Con passo maestoso si diressero verso la «Cal– leja», teatro di tar,te apparizioni. .. Tuttavia, stavolta, non vi si fer– marono. Era molto difficile seguirle, e molti furono coloro che vi rinunciarono. Eppure qualcuno vi riuscì e ce ne ha fatto un racconto 5 dal quale estrapolo solo poche righe: «Non volavano, come è stato detto talvolta da coloro che le vedevano da lontano o in penombra; non volavano, ed io potei constatarlo perché fui come incollato a loro per tutta la duratz della marcia. I loro piedi erano poggiati al suo– lo, ma in una mar.iera che non saprei spiegare. Sembrava che i lo– ro piedi avessero occhi per vedere dove posarsi (esse mantenevano per tutto il tempc la testa rivolta in su, guardando verso il cielo). Non inciampavano mai, malgrado i molti sassi e le molte pietre che rendevano as;,ro il sentiero, malgrado i tanti rovi e le spine nell'ultima parte :I.ella salita. Camminavano con una leggerezza, con un ritmo e u,n portamento che non si possono descrivere. Io caddi più volte e inciampai spesso, eppure allora ero un uomo gio– vane e forte. Sudando e ansimando, mi tenni sempre alla loro al– tezza e non volevo perdere nulla di quella meravigliosa ascensione. Giunte sul posto, caddero in ginocchio davanti ad uno dei pini come se Qualcuno ve le depositasse delicatamente. Restarono in– ginocchiate un be~ po', pregando, parlando, sorridendo ... Era dif– ficile captare ciò che stessero dicendo, al di fuori di qualche parola isolata. Fu durame quel tempo passato presso "i Pini" che ebbi l'occasione di contemplare quanto fossero straordinari il riso e il sorriso delle ragazze in estasi. Ridevano con tutte se stesse, ma era un comportamento che non aveva nulla a che fare con ciò che si suol chiamare "ridere a crepapelle". Sembravano straripare di una gioia interiore, credo che fossero colme di una felicità a noi sconosciuta... La discesa da "~ Pini" ebbe più o meno le stesse caratteristiche della salita, e tutto ebbe termine davanti alle porte della chiesa. Quando le ragazze tornarono in sé, potei facilmente constatare con 27

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