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2 Conchita, su consiglio di persone a lei vicine, dopo un certo tempo e dopo parecchi av– venimenti cominciò a scrivere, su un quadernetto di scuola, quelle che potremmo chiamare le sue «memorie». Ne nacque un breve e interessante resoconto noto con il titolo di Diario di Conchita. Ne esiste una traduzione francese con numerose annotazioni del padre Ramon MariaAndréu s.j. (edito da Nouvelles Editions Latines, 1967, e disponibile presso: Centre d'Information sur Garabandal, 19 rue du Général Ledere, 14830 Lagrune-sur-Mer), non– ché un'edizione in lingua spagnola pubblicata in Messico a cura di padre Gustavo Morelos. Per la stesura di queste pagine ho utilizzato il testo manoscritto di Conchita, in fotocopia. 3 Possiamo facilmente immaginare che quel giorno le bambine di Garabandal vissero un'e– sperienza simile a quella dei bambini di Fatima all'inizio delle apparizioni, secondo il rac– conto che ne fece più tardi Lucia: «L'atmosfera del soprannaturale che ci avvolgeva era così intensa che, per un lungo lasso di tempo, perdemmo praticamente la nozione della nostra stessa esistenza, restando nella posizione in cui l'Angelo ci aveva lasciati, ripetendo sempre le stesse preghiere. La presenza di Dio si sentiva così intensa ed intima che non osavamo neppure parlare tra noi...» 4 L'Angelo disse sicuramente «del Carmen», altrimenti le bambine non l'avrebbero capi– to. In Spagna infatti uno degli appellativi più comuni della Madonna riguarda la «Virgen del Carmen»; però l'espressione autentica e pregnante è «Virgen» o «Nuestra Seiiora del Monte Carmelo», che proclama la relazione essenziale di Maria con il grande monte bibli– co e con il destino d'Israele. L'espressione «del Carmen» rifletterebbe soltanto il legame di Maria con un Ordine religioso specifico; quella «del Monte Carmelo» non esclude certo una relazione con l'Ordine carmelitano, ma ingloba in più ciò che la Madonna ha rappre– sentato e ancora rappresenta nella storia della Salvezza. 5 In Italia la festività della Visitazione viene attualmente celebrata il 21 maggio (n.d.t.). 6 Lo scapolare propriamente detto fa parte dell'abito religioso monastico. É una lunga ban– da di tela che si infila dalla testa; una parte ricade davanti, l'altra dietro. Di qui il nome, poiché il tessuto si posa sulle spalle («scapula», in latino). I piccoli scapolari imposti per devozione ai fedeli sono riproduzioni ridotte dello scapolare monastico. Lo scapolare che la Madonna teneva nella mano non era esattamente simile ai nostri scapolari correnti, ma ben più largo nella parte inferiore. 7 Se fue con prisas a la Montana, cit.,1 cap. II, pag. 45-46. Litografia G. Huarte e hijos, Pam– plona, 1979, cap. II, pag. 45-46. E l'opera di base dell'Autore, un grosso e fitto volume di più di 500 pagine, di cui il presente è una riduzione da lui stesso effettuata (n.d. t.). 20

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