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sera, all'uscita di ::cuola, si recarono nuovamente a pregare alla «Cal– leja», nello stesso punto della ser2 prima, per vedere se l' «appari– zione» si rinnovasse. Ma non accadde nulla di ciò che si aspettavano. Avvenne inve– ce ciò che non avevano previsto: risatine di scherno e commenti malevoli, le cons::iete manifestazioni di chi è solito pensare «A me non la dai a bere... » Martedì 20, aJa stessa ora, nuova visita alla «Calleja». Le ra– gazzine nutrivano in cuore la certezza che quanto era successo la domenica non poteva né essere senza motivo, né restare senza un seguito. Recitarono preghiere e rimasero in attesa; attesa dell'Angelo ... che non si prese::itò, ma la cui presenza fu sostituita da un feno– meno molto misterioso e significativo: le piccole si videro avvolte all'improvviso da una sorprendente, intensa luce, che le isolava da tutto e le penetrava di un vivo e reverenziale «timor di Dio» 3 • L'indomani, nercoledì 21 giugno, l'Angelo riapparve. E da allora, per circa una settimana, rinnovò le sue visite quasi quotidianamente, intrattenendosi con loro a lungo, sebbene, per la felicità estatica che provavano, sembrava loro che ogni incon– tro durasse solo qualche minuto. Il sabato 24, festa di San Giovanni Battista, l'Angelo si presen– tò in maniera nucva. Come sempre appariva bellissimo e sorriden– te, con uno sguardo che penetrava sino in fondo l'anima delle piccole; ma, sott::i di lui, la novità: brillava una scritta luminosa; o meglio, come scriverà più tardi Conchita, l'Angelo «portava sot– to di lui un cartello, ma noialtre no11 capivamo bene quel che volesse dire. Riuscivamo :alo a leggere, alla prima riga, 'Hay que' (è necessa– rio che) e, all'ult,ma, XVIII-X-MCMLXI»... Oggi possiamo facil– mente cogliere cò che le ragazzine non comprendevano: sul car– tello di cui parla Conchita, appariva dapprima il testo del brevis– simo messaggio c:1.e doveva essere divulgato il 18 ottobre di quel- 1' anno, e, alla fi.t:e, le cifre romane indicanti la stessa data: 18 ot– tobre 1961. È facile immaginare lo scompiglio che questi fatti provocarono nel villaggio e in tutta la regione. Garabandal stava improvvisa– mente cessando di essere un paesino sperduto fra i monti, senza alcun interesse e dalla vita noiosa e monotona. Ogni pomeriggio le sue stradine si riempivano di gente e, all'ora della preghiera delle piccole, la ,,Calleja» e i dintorni pullulavano di fedeli e cu– riosi. 15
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