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sere precisi, del volto radioso di Giovanni XXIII, il mattino del– l'inaugurazione del Concilio. Il miracolo si profila... I familiari delle veggenti, gli abitanti del villaggio, i forestieri che accorrevano da lontano cominciavano a provare una certa spos– satezza di fronte a fatti straordinari in sé, ma che non sembrava– no avere una conclusione chiara e definitiva. Non si smetteva di esigere dalle veggenti un miracolo, veloce e convincente. Anch'esse furono assalite da questa esigente impazienza; chie– devano un miracolo in ciascuna delle loro estasi; alla fine di otto– bre cominciarono ad annunciarlo come sicuro in una data prossima. Poco dopo si parlò anche di due miracoli, annunciati uno da Con– chita, l'altro da Loli e J acinta; quest'ultimo sarebbe dovuto acca– dere per primo. Quello di Conchita sembrava più lontano, ma più «serio», più sicuro. Fu oggetto di nuove comunicazioni, alcune molto precise, nella notte fra il 24 e il 25 novembre. Placido Ruiloba di Santan– der, che assisteva all'estasi di Conchita, ne raccolse alcune su un magnetofono. Confermate e completate in seguito dalla bambina stessa, possono essere così classificate: - il miracolo si produrrà alle 20 e 30, cioè alla stessa ora della prima apparizione (18 giugno 1961); - durerà circa un quarto d'ora; - si vedrà alto nel cielo e così chiaramento che non si potranno avere dubbi sul suo carattere divino; - i malati venuti con fede saranno guariti. Il dottor Ortiz, pure presente a quest'estasi, testimonia: «Do– po l'estasi la bambina appariva raggiante ... Insistemmo perché ci rivelasse la data del miracolo, ma lei ci rispose che il momento non era ancora arrivato, di aver pazienza; che solo lei poteva rivelare la data otto giorni prima che si verificasse, ma che il miracolo sa– rebbe sicuramente venuto, perché la Madonna l'aveva promesso e la Madonna non può mentire». In quell'autunno del 1962, Garabandal viveva nel desiderio ar– dente, nella quasi-necessità di un miracolo . Ma il Cielo non interveniva solo per non deludere delle aspetta– tive, per quanto giustificate fossero. Cercava soprattutto di invi– tarci a vivere sempre più profondamente la nostra fede cristiana. 116

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