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In tarda mattinata, ci fu in chiesa la Messa solenne cantata e celebrata, con diacono e suddiacono, come si faceva prima dei nu– merosi mutamenti conciliari. «Era bello - disse il signor Navas - vedere tante comunioni, specialmente di molti forestieri giunti al paese. Fu necessario spezzare a più riprese le ostie, perché tutti potessero comunicarsi» Le ore della giornata scorrevano lentamente: dapprima cariche di speranza, poi, nel pomeriggio, di crescente tensione. «E man mano che il tempo passava - ci dice questo testimone - la nostra inquietudine cresceva, al punto da tramutarsi, alla fine, in vera angoscia». «Imputavamo quel ritardo - forse anche l'annullamento del pro– digio annunciato - al ballo che si stava svolgendo in paese (non dimentichiamo che era la festa patronale). E il tempo passava. Fa– cevamo mille congetture. Quanto a me, non potevo dimenticare cosa era successo il 18 ottobre precedente... Mi faceva soffrire l'i– dea che la fede e le buone disposizioni di molte persone, soprat– tutto di quelle che venivano a Garabandal per la prima volta, po– tessero essere così calpestate». Calata la notte, molti curiosi cominciarono ad abbandonare il paese. Era soprattutto all'interno e attorno alla casa di Conchita che si aspettava, in attesa del miracolo. La bambina si mostrava fidu– ciosa, senza apprensione, ma, intorno a lei, l'atmosfera si caricava di inquietudine e di nervosismo. Alla fine, a notte inoltrata, «l'Angelo mi apparve, restò un po' con me e come gli altri giorni mi disse: "Recita il Confesso a Dio onnipotente e pensa a Colui che stai per ricevere... " Poi mi diede la comunione e mi disse di recitare l'Anima di Cristo, di fare il rin– graziamento e di tenere fuori la lingua con la Santa Ostia, fino a quando se ne fosse andato efosse venuta la Madonna ... » (diario di Conchita). La bambina ebbe dunque l'impressione che tutto si svolgesse all'interno di casa sua, senza che lei si fosse spostata. In realtà, alcuni poterono assistere alla scena all'esterno della casa... «La vi– di scendere le scale - testimonia la signora Ortiz - con le mani giunte sul petto, la testa rivolta all'indietro, la bocca socchiusa, con un'e– spressione di felicità veramente meravigliosa». Accanto alla donna, un gesuita, professore all'Università di Co– millas e specialista in materia di spiritualità, il Padre Bravo, poté contemplare la bambina e non sapeva cosa dire, riusciva solo ari– petere: «Che meraviglia! Che meraviglia!» 102

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