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Per alcuni giorni la bambina restò con la curiosità di conoscere la data di questo «piccolo miracolo» («milagrucu»). Alla fine, il 29, festa degli Apostoli Pietro e Paolo, mentre si trovava ai Pini (forse attraverso una locuzione interiore) udì una voce che le dice– va: «Il 18 luglio si realizzerà il miracolo, il piccolo miracolo, "el milagrucu" come lo chiami tu». Il 29 giugno era ancora considerato giorno festivo in Spagna. Cadendo quell'anno di venerdì, apriva un periodo di tre giorni fe– stivi: venerdì, sabato e domenica; molte persone provenienti da diverse località ne approfittarono per recarsi a Garabandal. Tra loro c'era anche un certo Luis Navas Carrillo, avvocato di Palencia. Chi volesse assaporare in dettaglio le meraviglie della sua esperienza, può leggere il racconto riportato nel mio già citato volume 4. Voglio tuttavia evidenziare due punti significativi che merita– no di essere menzionati. Il primo è la speciale attenzione della Ver– gine verso i ministri di Dio (il clero stava infatti per attraversare la peggiore crisi che abbia conosciuto la Chiesa nel corso della sto– ria); il secondo è l'opera di misericordia particolare nei confronti di una giovane uruguaiana, Concepcién Zorrilla, membro della com– pagnia del famoso teatro parigino delle «Folies Bergère» 5 • La notizia che un miracolo stesse per accadere si propagò pro– gressivamente. Conchita lo disse dapprima alle sue tre compagne; poi, d'accordo con loro, al sacerdote asturiano José Ramon de la Riva. Quest'ultima comunicazione venne fatta ai Pini, nel pome– riggio del 2 luglio. Ma il sacerdote asturiano se ne andò senza sapere la data in cui il miracolo sarebbe avvenuto, poiché Conchita non era ancora sta– ta autorizzata a rivelarla. Dovette attendere qualche giorno, per svelare il segreto: «Io lo dissi al paese - scrive nel suo diario - ho anche scritto delle lettere.. . » Ho avuto occasione di leggere alcune di queste lettere: sono re– datte in stile telegrafico: «L'Angelo mi ha detto che il 18 di que– sto mese si vedrà l'ostia nell'atto della comunione». Un destinatario di queste lettere fu il dottor Ortiz, di Santan– der. Questi, allarmato di fronte a tale annuncio, salì a Garabandal per mettere al corrente la piccola di alcune considerazioni. Nel corso della loro conversazione, Conchita espresse questa riflessione: «Ma questo miracolo mi sembra veramente molto piccolo! Più tardi verrà quello della Vergine, quello sì, sarà un miracolo! Allora non si du– biterà più». 100
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