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Capitolo settimo VERSO LA PIENEZZA Tempo pasquale: l'Angelo della Comunione Il mercoledì di Pasqua, 25 aprile, Maximina Gonzalez scriveva una lettera alla famiglia Pifarré di Barcellona, in cui è annotato un particolare interessante: «Era molto tempo che le bambine non vedevano più l'Angelo. Ieri sera hanno parlato a lungo con la Madonna. Noi non le capi– vamo, ma le vedevamo molto felici: la Madonna stava dicendo lo– ro che l'Angelo sarebbe ritornato per dar loro la Comunione nei giorni in cui non ci fosse stata la Santa Messa... Così, adesso, avreb– bero visto più spesso l'Angelo. Infatti qui a Garabandal non ab– biamo messe all'infuori della domenica. Oggi l'Angelo ha dato loro la comunione alle 5 del mattino. Le abbiamo viste inghiottire l'ostia dopo aver porto la lingua; quindi in continuazione hanno recitato una estaci6n 1 , e tutto questo sempre in estasi...» Mi pare che dall'ultima estate, l'Angelo non era più tornato a dar loro la comunione. Qui, conviene porsi due domande: Perché questo intervento soprannaturale per delle bambine, non sante ma creature di buona volontà, affinché potessero ricevere il Signore tutti i giorni o quasi? Perché il Cielo si cura che questo accada specialmente in tempo pasquale? A Garabandal si realizzò, prima di tutto e con una profusione senza precedenti, una splendida Epifania mariana. In essa Maria volle mostrarsi pienamente Madre nostra; volle che questa mater– nità fosse sentita e vissuta fin quasi alla sazietà (se si può parlare di sazietà in simili realtà). Ma Maria non è per noi un «fine», e tanto meno nessuno la 90
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