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254 SANTI E SANTITÀ sentiva di dare il suo assenso a una procedura viziata in partenza. Proprio nel 1779 egli aveva composto il trattato De ecclesiastica potestate contro le teorie dell'anticurialista Pietro Giannone e dei regalisti e giansenisti; nel 1786, poi, scrisse una erudita critica dell'opera circa la disciplina ecclesiastica che il vescovo di Pistoia, Scipione de' Ricci, aveva fatto circolare sotto il nome del granduca Leopoldo di Toscana. Il rifiuto del padre Gesualdo alla nomina regia fu cosi deciso che neppure furono esperite le pratiche per inoltrare a Roma la designazione. L'episodio impressionò fortemente il popolo, tanto che è entrato nell'iconografia piu corrente del venerabile, rappre– sentato in piedi, raccolto e con il cappuccio calato, mentre su un tavolo accanto vi sono mitria e pastorale. Piu volte i testimoni parlarono di minacce di morte al padre Gesualdo da parte della massoneria locale o del regno. Infatti, egli aveva previsto un possibile martirio per lui e per gli ecclesia– stici, soprattutto ad opera dei giacobini che, nel 1799, dopo l'occu– pazione di Napoli, erano giunti nelle vicinanze di Reggio. Furono però vinti e costretti alla fuga dal fulmineo sbarco in Calabria del card. Fabrizio Ruffo, 1'8 febbraio 1799. La liberazione della città fu celebrata con grandiosi atti di ringraziamento a Dio, oltre che con una solennissima accademia letteraria, nella quale l'anziano umanista padre Gesualdo lesse un'ode di 18 strofe quaternarie di versi brevi e marziali e recitò in ebraico il salmo 34, che è un inno per la liberazione. Il provinciale restauratore La cittadinanza di Reggio presentò al cardinale Ruffo una petizione con cui sollecitava il ripristino dei cappuccini, ciò che fu accordato il 17 febbraio 1799. Con la riapertura dell'eremo della Consolazione, fu dato l'avvio alla restaurazione della provincia cap– puccina, praticamente inesistente perché i frati, nei 15 anni di soppressione, si erano dispersi e sistemati altrove. Il padre Gesualdo accettò la carica di superiore del convento; ma i pochi religiosi tornati erano ormai vecchi e abituati a tutt'altro genere di vita.

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