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GESUALDO DA REGGIO CALABRIA 253 madri dicevano ai loro ragazzi: « E' un santo, va' a baciargli la mano». Tornava soltanto a sera per consumare l'unico e misero pasto giornaliero: un tozzo di pane, un po' di verdura, poche olive e legumi. Ogni cosa che gli veniva regalata - qualche cibo prelibato o sostanzioso, indumenti - andava a finire automaticamente ai bisognosi. Impiegava gran parte della notte in conferenze spirituali e culturali con sacerdoti e laici colti; poi studiava ancora, compo– neva trattati, scriveva le lettere di direzione spirituale. Soprattutto pregava; piu volte i testimoni ai processi riferirono di averlo visto elevato dal suolo in preghiera. Inoltre, durante questi 15 anni di baraccato, continuò a pre– dicare quaresime e missioni popolari, tanto che l'arcivescovo di Reggio lo potrà dire « l'apostolo della Calabria ». La mitria rifiutata Per questa sua multiforme attività e per la sua popolarità, il padre Gesualdo era diventato un sacerdote scomodo per i massoni e gli illuministi di Reggio, i cui errori continuava a denunciare dal pulpito e negli scritti. Essi avrebbero preferito vederlo confinato, anche se onorificamente, in una piccola diocesi, e poco mancò che non si verificasse. Con compiacimento, testimoni e biografi si dilungano ad esal– tare l'umiltà del padre Gesualdo nel rifiutare, negli anni 1790-91, la mitria di Martirano, vacante dal 1782. Invero, piu che un atto di umiltà, fu una chiara testimonianza della sua fedeltà alla Chiesa e al papa, i cui diritti piu volte aveva difeso nelle prediche e nei trattati. Nel 1790 l'arcivescovo di Reggio mons. Alberto Capo– bianco, grande amico e ammiratore del padre Gesualdo e che fungeva da cappellano maggiore del regno di Napoli, su richiesta del re compilò un elenco di candidati alle sedi vacanti del regno, tra cui figurava anche il nostro padre Gesualdo. Interpellato, egli rifiutò di accettare la nomina, perché si trattava di una designa– zione, non già di una mera presentazione. Anche se Roma avesse accettato e convalidato la nomina, il padre Gesualdo non se la

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