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248 SANTI E SANTITÀ menava comunemente dai cappuccini quando la Religione era in fiore ». Il padre Colindres sollecitò il provinciale a preparare, insieme al padre Gesualdo, un progetto per il prossimo capitolo della provincia. Fu cosi che il 15 ottobre 1763, il padre Gesualdo consegnò al nuovo definitorio provinciale la sua informazione ra– gionata sui conventi di ritiro. Anche se di malavoglia, gli fu asse– gnato il convento di Terranova, di cui fu fatto guardiano. Il luogo era infestato dalla malaria e quindi il meno desiderabile della pro– vincia; vi furono destinati 10 religiosi - invece dei 12 chiesti dal padre Gesualdo -, e presto il loro numero si assottigliò ancora piu e caddero quasi tutti malati. Il convento di ritiro non aveva statuti particolari: i frati osservavano la vita cappuccina come era stata vissuta dai tempi piu antichi. La giornata era ripartita tra l'orazione mentale (due ore « compite »), l'ufficio corale, « detto con posatezza », di giorno e di notte, il silenzio evangelico, il lavoro manuale e l'apostolato; ogni giorno si tenevano anche - l'amore del padre Gesualdo per la cultura ! - conferenze di morale, di sacra scrittura, sulla re– gola, ecc. Ma il convento di Terranova era soprattutto il regno di Ma– donna Povertà. Con voto unanime, nel 1764, la comunità aveva deciso di rifiutare le offerte spontaneamente portate dai devoti e le provviste eccedenti il bisogno di appena qualche giorno, per non venir meno alla fiducia nella Provvidenza e all'umiltà fran– cescana della questua, con la quale si sovveniva anche ai bisogni di 40, 50 e perfino 60 « poverelli di Cristo», che in quel tempo di carestia bussavano ogni giorno alla porta del convento. Nella provincia si mormorava aspramente contro questo rifiuto delle ele– mosine che i frati volevano fossero destinate al mantenimento del dispendioso lanificio dei « panni gentili ». Piu volte si tentò di togliere il padre Gesualdo dal suo ritiro per affidargli altri incarichi di apostolato e l'insegnamento in Reggio. Al provinciale, anche se gli era amico, rispose che avrebbe volentieri obbedito se gli avesse dimostrato di avere il potere di dispensarlo dall'obbligo di osservare la regola. Il padre Gesualdo sopportava in silenzio l'incomprensione e l'opposizione di gran parte della provincia, e si premurava di spro-

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