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I - 46 --'- ille, ·auale si deve a fratelli maggiori; ma non mi si neghi, cli grazia, l'amb'.to onore di ootenni assidere alla mensa del Padre comune J)er diritto di figliolanza, e 'non per privilegio cli semplice adozione. !E nel oh'.ude1re questa trattazione, faccio m io un pensiero del P·. Filippo da Castel– luccio Minorn Osservante Rifo.rmat6. In ge- . n ere di fìJdi•olanza, non ,è ammissibile il più o il meno. Niuno può dire: io son di mi o padre più figliolo che il mio r.rat(:)llo: se son fi,gliolo, ho verso, il padre gli stessi diritti e clo,ve1i cJ1e hanno gli' altri figH, n ati PTima cli me, e il Padre rivive in me come in essi. Sem, Cam; Iafet ebbero Noè per padre; Israele si divise in dodici Tri- 1b ù . Chi di auei tre fratelli, 1quale di quelle tribù avrebbe potuto arroga,rsi il° ;privilegio /- cli dirsi la vera discendenza di Noè e di Giacobbe ? iDicasi altrettanto cli noi. E piut tosto . ·invece di sperdere le nostre energie in contese sciocche, che non c;i fanno one,– ,re ,davvero, ,pensiamo tutti ,a ,rena.erci de– ,gni clel nome di figli del Serafico Padre B. Francesco. coll'imitarne la vita e coll'osser– va.rne fedelmente la santissima Regola. P. FIELI;GE da POR!tETTA, O. M. Cap. Rinarazlamo il Ch.mo autore d'l averci permesso la riproduzione di · quest' impor– tante studio. · (1) Constitut. : Ecclesiae militantis. (2) Constitut..: Salvatoris. (3) Litter. AposJol. Septimo iam pleno scu,c11,Lo. "'"'"'"' 'f'7i''f''t' '""'"'"' 't''t'f.f''f\ 7"7i''t''t'_'f'7i''f''t'_ "'"'"'"' 't'7i''t''f' "'"'~ UN VERDE RAM·O DEL FRANCESCANESIMO San Francesco d' Assisi! C' è nel pronunciare il nome una ,dolcezz(J) spi– rituale che stempera il cuore; c' è un fre sco alito di prim.avera, come se il venticello mattutino dell' aprile sco– tesse i mandorli in fiore ·e dal prato · smaltato di marqherite un uccellirw levasse dritto il volo portando nè l bec– w . una pag'liuzza per fabbricare il nido e. sosta,sse sopra yn genwnalo-ramoscel- - lo dondolamte nell' aria azzuna al pri– mo raggio del sole. San Francesco ! primavera spiritua– le, ma non della stagiorne . E' ancora inverno 1• Dai, monti, tutti bùrnchi e so– prac-arichi di neve, spira un: vento friz – zante che mette i brividi solo (J) pen– S(l(J'lo. I passeri, fatti rotondi dalle piu– m e an·u:ftate, volano sul davanzale della finestra a spiare se dentro c' è becchimier e poi: che allungo ima man- C'ia:ta di briciole f'u:ori dei vetri, ri'tor– nano a frotte e in uin batter d' occhio fanno puì~zi'1. ·d' ogni cosa, e poi sulle , ,ame sfronidate deqli alberelli vicini· puliscono qiòiosamente il becco. Oh! ramri sparuti di pioppi senza foqlie ver– rà pu:r prima.vera, e ritomerete gern– mat~ prima e posci(J) frondosi, suggen– do fino alla cima più alta la l'infa, dalle fonde radici elaborata sotto terra e pas– sata attraJVerso il tronco. Oh! ~tornasse così a rigermogliare fra di noi Fra:n,cesco d' Assisi ! Tor• nasse a rinverdire il tronco settecente– n:ario, che pose e mpprofonidì le radiò sotto a un millennio ed oltre fino al terreno che .il Divino Maestro seminò del su0, Evanqelo nella Palestina ! Oh . mirabile tronco Francescano innestato e riln.ve1'dito e' fruttificante sull' albero della Croce : beali quelli èhe in te

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