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- 44 alla propria santificazione, e donde poi u– scivano pieni di santo fervore a predicare al popolo Qrnrole cli vita eterna. E come auesto, era accaduto fin clai templ di s. Francesco·. così avvenn e pure anche nell a grande riforma cl ei cosidetti O.sser– vanti. Che fecero essi ? Attuarono quello, eh-e èra il desiderio èli quasi due secoli. O– gni istituto umano , .ogni organ'smo, quan- 1,o) è Diù perfetto, t~to più subisce l'azio– ne del tem1)0 e l 'affievohm-ento apportatv dall' umana debolezza. Niente meraviglia che l'Oi•dim: Serafico, non si fos&e mante• nuto costantemente a ll' altezza della pro– pria J)erfezio,ne ; ecl era tl'OPPO naturale e I· g-i co ch e non mancassero delle anime ge– nero se. le anali tentassero di richiamarlo aJJ,i sua sublimità. Sette o o)tto v,olte_ al– meHo·. si aocmsero costoro a tale nfor- 11'\a. la auale non i-;u scì mai acl affei·– inarsL quando per viz"io interno, , quando per deviamento d 'intelligenz,e, quando p,er_ esmfuitanza smodata. di parti-colarismi egoi stici. Furono propr:,o_j sçguaci ' cli Fr-.' Pao– lo Trinci. eletti poi Osser.vanti, eh-e in real– iii sa lvarono l' integrità e l'unità dell'Ordi– ne Minoritico, · ai' quali perciò g :ustame.nt ,e Leone X elette il supremo governo dell'Or– dine stes&o·. Ma si noti, c.he Essi pure si di ssero in princi'I)io -Frati dei Romitor'ii; e che il Trinci. uscito clai Conv,entuali, per in iziare la riforma, fini col rientrare e mo– l'i1•e ira i Conventuali. Prop1•io come, qua·si 200 am1i clono, avvenn e dei Cappuccini; il cui iniziator-e uscito dagli Osservanti, fint col rientrare e morire tra loro. Ora,, come sarehbe -ingiustçi chìamare sc'smatico il movimento degli Osservanti, che si separa– rono dai onventuali: così sarebbe ridicolo uffermarlo dei CappÙccini. E come quelli, .separandosi dai CorÌv~ntuali non -ruppero la L11ea che li teneva uniti a San France– sco: così non ne uscirono i Cappuccini, se– parandosi dagli Osservanti. Non è dunque possibile, per chi vuol ragionare senza passione, negai-e ai Cappuccini la france– scanità : negata questa, si , dovrebbe negare 1rnr cruella degli Osser-vanti : ma per essi sar,ebJ)e ingiustizia; dunque altrettanto ih- / giusto sarebbe negarla ai Cappuccini, so– lo perchè sono gli ultimi venuti. . Ora. stabilita la francescanità e la legit– tima discendenza clei Cappuccini cla San Francesco. sorge evidente la rispo5ta cla darsi al cruesito: se il loro Generale sia 1iern successore del P. S. Francesco. Logi- camente bisogna clir cli sì. Perché il S. Pa– triarca è il loro Padre vero• e non adottivo, nimT0· può governarli eme non sia cli Lui successore aute·ntico. E' Lui il solo fonda– mento dell'Ordine ; è Lui al quale i suoi figli sono 01bbligati a 1.Lbbidire; è a Lui, ohe vive ne' suoi successori, che elevano sotto– stare: diuncrue. se i Cappuccini in tanto .son Francescani, in quanto sono in clirettv contatto col S .Fondatore, e se è v,ero che cru-esto contatto si ha soltanto pel tramite riel Generale., che Lui rappresenta e in no– me cli Lui regge e governa, v-uole la logicà che auesto G~nerale debba ùirs', nel senso più .rigoroso della: parola, vero, legittimo e auien:tico suc cessore di S. Francesco. Di-cono taluni c,he, c·ome nella Chiesa u– no solo è El dev ' ,essere il successore di San Pietro. così nell,:Qrcline :Minoritico uno solo nuò ornarsi del titolo di successore di San Francesco: e che perciò la moltiplicità clei Generali scinde l'unità dell'Ordine. Rispon– do. che il naragone non regge. La Chiesa Cattolica •non sopporta il paragone con ve– run'altra società; la Chiesa non può scm– dersi : Es&a è essenzialmente una nel Ca– Do. nella dottrina, nella forma interiore. T,utt.o cruello che e,sce cla questa unità, è fruori clella Chiesa' ; Essa non è suscettibile rli decadimento nella sua parte direttiva, clottrinaJe, c.ostitJutiva; quindi, come Qhie– sa è irriformaJ:Jii!l ; potranno rif-ormarsi, moclificarsi. i ·suoi membri, ma la Chiesa no: nercl-iè chi la regge è Gristo, e Cristo non nmtal nè U}Uò divicle-rsi. Ora questa u- · nità. costante ,e inscindibile p,e,r virtù tl: – vina. e che è esclusivamente pro,pria della 'sola C11i csa Cattolica, non può averst in ver111,'altra societgi. umana, e quindi nep– nure nell'Ordine nostro. Non vale· dunque il naragoné, nè può reca·rsi come argomen– to contro la. D1u;ralità dei Generali. In crilanto poi a clire, che la pluralità dei . Generali scinde l'Ordine, e rompe l'unità voluta, cla S. Francesco, non è esatto. Pu•i– ma di. t,utto non si dimentichi che l'unità dell'Ordine si conserva anche c.oi tre Ge– nerali oggi esistenti, se non nel senso ma– teriale. certo nel senso morale. Sopra tutto l'Ordine. il S. Fondatore volle il Papa, c.ui 1Jromise assoluta, obbed.'enza a nome cli tutta la ·Fraternità ,n Pa1)a, perciò, può dir– si il v.e,rn ecl a·ssol'uto padrone, il vero mo– deratore cl( tÙtti i Frati Minor, ch'Egli go– verna: ner mezzo clei Generali delle singole Famig-lie : non solo perchè Capo della. Ch'e ,.

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