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ner concernione del V,escovo j[l un vecchio convento c001 chiesa già di pertinenza di ,·en e· Suorl< Benedettine chiamate le San– tuzze soppresse nel 1424. Il convento e la Chiesa intitoJati a Santa Cecilia e'r"ano si– tuati fuo1i porta Sal'.,ceto in prossimità alle 1mn:-1.. Intervenuta l'appr-ovazione del p:apa_ con Bolla 28 Dicembre 1438, gli Osservanti, ' d~L Jll"incipio, in vLa pi·orvvisoria si diedero a r e,rnurare la loro chiesa e convento•, poi s' deter111inarono a rif.abb<t'ical'li. ex novo !34). Il cronista Iacopino Lancellotti (35) annota sotto l'anno, 14-68 che « se fece la g-èxia nova e el monastero de l'Observantia fo-r.a de porta Salex;e », e il"fi,gli.o Tomasino 11ella sua c1,onaca afferma · cl1e la chiesa e– ra fin~ta nel 1473 (36). E ' certo ch e 1 lavori 'durarono a lungo e che furono fatti mercè le elemosine dei Drivat'I e d,ella Oom~mità, ed utilizzando i materriali dell.' antico- convento delle S!J.,fl– tuzze che: doveva peraltro esf:er mo{resto. Il nuovo tempio- e monastero di S. Cec,, lia ragguardevole p,e,r 1a sua mole e per la cruantità dei monumenti artisti.ci clie F- a– dornavano. tra i quali ins\gni i lavori del -, :VIa.zzoni e del Begarelli, ebbe breve du– rata. _ L a sua tro1Jpo vicinanz,a alle mura della città f u la causa unica cleUa sua fine. Nel 1501 il monastero serv-e per -gli app-estati; _già fin clal 1523 per ragioni militar: si pro– getta di demolirlo almeno in parte ed anzi ::•e ne initZiano i lav-ori e.be vengono foriu– natamente sc,spesi, per riprenderli, quattro anni, niù tardi. I Fi·ati devono sloggiar-e e uortar,e 1-e loro roJ) e in città a iutati da o– _!:mi ceto di cittadini, uomini e donne; ma a<nch e qu esta volta passa la burrasca e i frati ritornano n el Loro convento. Segue ner lo,ro un breve · periodo di tranquill:tà, tanto ch e n el 1530 1:ioterono, f,are il idro, Ca- . pitolo genei·ale e ri1)re.ndono i lavori per. a.bbelli-re sempre più la chiesa e il conven- 10. F,u, appunto in· questo peri-oclo (anno 15;j1) ch e i Frati fecero collocar,e sot1o l'an– linortico della Chi esa il lavoro im·i,gne del– Bega~·elli 1,appresentante la Deposizione clella ,croce che si ammira ora in S. Fran– -cesco (37). Ma amrtroppo è suonata per il convento l'ultima ora., Ercole II ha stabilito di am– ·nliare la cinta e di fortificàre_·1a città e il ConvPnto deve> esser atterrato. Il 7 ag;osto F,3:'i c.ominciano i lavori di demolizione i ,r•uali questa volta veng-ono condotti con 24 tanta alac:rità che nel se!temJ:><re sono g:à terminati (38) . Cominciò pei poveri monaci una serie cli dolorose pere,grina·zioni finchè si stabilirono -l'anno 1539 nella chiesa par– rocCll1'.,ale di S. Margh-fil'ita che acquistaro-· no con gravi sacrifici pecunia,ri e col peso . di f,are ammin·i,st,raÌ'e a loro spese la par– 'roccl1ia, da un ecclooiastico cappellano se– ,colarr,.- Il 30 Marzo (39) di detto anno il Veo·covo, preceduto cla .genera1e processio– n e dell' uno e dell' altrn Clero,, accompa– gnato dal :Ministro della Provinc:ia e dal :GuarcLano idei !Vlli'nori dell' Osservanza in Modena, seguito• cla immenso po,polo, died-e il nossessò della ' :Chi e-sa e delle case di S. Margherita ai ReLgiosi, facendo piaritare cli pro"•petto al luogo una Cro~e verso ii •Canal,grande (ora;_Corso Umber1o I ). Non curandosi ~ della vecchia rovinosa chiesa di S. 'MJtgherita, l' anno 1543, nel sito delle case cl'{- _r agione della chiesa lih.,· desima e di altre cont:g,ue ;posterionnente ,comDrate, i PP. diedero pr;ncipio a.Ha f,ab– brica. <!ella nuo,·a lor Chiesa con prospetto sul ,CanalgrandP. Piissimi benef.at.tori, fra i ouali il vescovo di La,vello, Antonio Fior– dibelli e il fratello suo Lodovico e la stessa Comunità con la generosità delle loro of– ferte aiutarono cruei Religiosi nelle grandi sn,ese che doYettero sostenere p-er condurre a termine la fa])br'ca che rimcì granclio-sa e not'evole come l' altra loro precedente di •.S'. Cecilia e per numero di ricche calI)pelle , e ,ner le opere d'arte che l'adornavano. La vecc;hia c.hiesa parrocchiale di Santa Margherita ,per le tenaci oppo,sizioni dei varrocch_iani non _po i.è esse,r demolita, fin– tanto chè n-on inten·-enne Papa Gregorio XLII r.on sua Boll,a 10 Dicembre 1574 ·che dava 'facoltà ai Frati di demollrla e di e– serci tar e le 1mrrocchiali !'unzioni nella nuova for Chiesa pressoch-è oi'mai ridotta a Derfez'one. Demolita la vecchia chieset– ta. e avendo nerciò libero dalla lor parte tutto il cors6 della strada che fiancheggia– va a rnrl la n1Uova chiesa, i PP. ini.ziarono, a comodo comune di lmo e del 1mbblico, la cmstruzione di un portico laterale . alla chiesa e al convento, alle spese del qua~e cc,ncorse largainènte anche la Comunità, e 1'a t.r.rminarona nel 161,1 (40) . Rlevanti miglioramenti ed accrescimen– ti ebbe il ·ConvenÌo• nel secolo seglllente mercè le generose bene.ficenz-e ò.i privati e niù ancora da parte del pio duca. Rinaldo I, il cruale donò uno spazioso ,sito ven·o il

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