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90 P, ROCCO COOOHIA DA CESINALE O.F.M.CAP. appassionante vicenda di polemiche in cui scende in campo, negando ogni cosa, la Real Accademia di Madrid (55), esula dal nostro scopo; diremo soltanto che Mons. Cocchia seppe difendere la sua scoperta con poderosi e dotti lavori (56). Frattanto egli continua a dedicar le sue energie alla sua cara archidiocesi e dall'll al 19 maggio del 1878 celebra solennemente il Sinodo diocesano pub– blicandone gli Atti, in latino e spagnolo, lo stesso anno (57). In luglio, a rico– noscimento della sua opera indefessa e illuminata, Leone XIII gli muta il titolo vescovile di Orope in quello arcivescovile di Sirace. Non possiamo seguir tutta l'attività di Mons. Cocchia a S. Domingo che assurge talora ad epopea come quando nel 1880, in seguito allo scoppio di una rivoluzione che minaccia di far scorrere rivi di sangue, scende inerme tra i rivoltosi che son commossi dal suo gesto e dalla sua 'parola di pace e dE:pon– gono le armi (58). Nel 1881 s'ammala, e allora attorno a lui è tutto un plebiscito d'affE:tto e di stima da parte del popolo, del governo e dei consolati stranieri. Supera la malattia, ma ormai il clima equatoriale di S. Domingo non si confacev:1 più ai suoi poveri occhi ammalati e nel settembre del 1882 ritornò in Italia (59). (55) Informe de la Real Academia de la Historia al Gobierno de S. M. el Rey de Espana, Madrid 1879, vol. di 200 pagine. (56) I principali sono: Los restos de Cristobal Colon en la catedral de Santo Domingo. Contestation al « Informe de la Real Accademia de Historia al Gobierno de S. M. el Rey de Espa:iia », S. Domingo 1879: («si compone di 336 pagine, 172 delle quali in 21 capitoli espongono la storia di questo scovrimento; le altre in 17 lun– ghe note, lo dichiarano e lo confermano»); e Cristoforo Colombo e le sue ceneri, Chieti 1892: ( « un bel volume di circa 100 pagine... di cui largamente si occupò, senza distinzione alcuna, tutta la stampa quotidiana e periodica, italiana ed estera»). (57) S. Dominici, Typis Fratrum Gargia, 1878. Secondo il direttore dell'Eco di S. Francesco d'Assisi, o. c. (a. XXIX, 1901, p. 46), Mons. Bonaventura Gargiulo da Sorrento, il Sinodo avrebe avuto luogo nel 1879; ma si tratta evidentemente di una svista. (58) « La capitale di s. Domingo invia un voto di gratitudine a s. E. R.ma Monsignor Rocco Cocchia, Arcivescovo di Sirace, Delegato della S. Sede e Vicario Apostolico di questa Archidiocesi; e per mezzo suo agli altri Signori del Corpo Diplomatico e Consolare per la condotta degna ed umanitaria, che hanno serbato .iene funeste circostanze attraversate da questa città. S. E. R.ma mostrò in quel difficili momenti uno zelo veramente evangelico; senza inclinare verso nessuno del partiti combattenti, operò con imparzialità e rettitudine propria del suo carattere, e solo col desiderio che tornasse la pace nella sua amata diocesi. S. E. R.ma si rende sempre più degna di quell'affetto e profondo rispetto che gli tributa il popolo di s. Domingo»: Gaceta Oficial, a. VII; n. 227. Cfr. il D'ALESSANDRO, Mons. Rocco Cocchia, o. c., p. 28. (59) Il Di Milia che, come sappiamo, lo segui tanto da vicino, riassume questo primo p\)riodo dell'attività pastorale e diplomatica di Mons. Cocchia con queste parole: « In questo 1° periodo del suo splendido episcopato vi è tutto l'uomo, tutto il vescovo, ed anche l'uomo delle grandi cause, e tutte ei sa difenderle colla sua integrità di uomo e di vescovo». Elogio Funebre, p. 18. - Convien qui notare la discordanza tra il n·Alessandro e il Gargiulo. Questi (Eco di §. Frarrwesco, a. IV, 1901, p. 46) non fa cenno alcuno della malattia e afferma espressamente che Papa Leone XIII « che tenea d'occhio l'intrepido Prelato e col suo acume intravedeva il bene che poteva arrecare alla Chiesa..., lo richiama in Italia il 29 maggio 1883 »; mentre il D',Alessandro dice che, tornato in Italia nel 1882 « fece, nel settembre,
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