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'P. ROCCO C0COllIA DA CESINALE, O.F.M,CAP. 89 gen,erale giunto al potere dopo un lungo periodo di lotte intestine ed essersi sbarazzato il terreno dagli altri contendenti con la presa di CE.racas (27 aprile 1870). Disgraziatamente egli era un ;feroce massone che, non essendo riuscito a piegare ai suoi capricci l'arcivescovo della capitale Mons: Silvesro Guevara, lo condannò all'esilio. Questo non fu che il segno precursore di una vera e propria persecuzione religiosa che divampò per tutto il Venezt:.ela sopprimendo s«.,minari, scacciando gli Ordini religiosi, imprigionando ed es~liando i:,acerdoti e personaiità cattoliche che non volevano sottostare .alle inique imposizioni del dE-spota e del suo governo. Naturalmente la massoneria esultò e decretò al be– nemerito Blanco i più alti onori sino a conferirgli una medaglia d'oro. Veden– dosi così incoraggiato « il 9 marzo 1876 egli inviò un messaggio al Congresso, invitando il paese a staccarsi interamente dalla Chiesa Romana, e a formare una Chiesa Nazionale. Il Congresso approvò la proposta» (53). Fu in questo ;frangente ,che Mons. Cocchia apparve sulla scena. Egli giunse a Caracas nell'agosto dello stesso anno (1876). Pur preceduto dalla fama della sua dottrina e della ·sua virtù, egli dovette certo prepararsi a quel momento con lunga preghiera e mortificazione. Sta di 'fatto che con la ~a maniera con– ciliante, con i suoi modi persuasivi, il suo sapere e la sua logica stringente che a lui veniva dalla profonda conoscenza della storia, indusse il governo a ritor– nare sulle sue decisioni e a far atto di sottomissione alla Chiesa Romana. Lo scisma fu tolto; lo stesso presidente della repubblica, il Bl:anco, scrisse di suo pugno una lettera a Pio IX ritrattando gli errori, commessi e invocando il perdono. Latore di questa lettera ;fu naturalmente lo stesso Mons. Cotchla che ;fu accolto dal Santo Padre con queste parole: « Iddio ha benedette h sue fatiche, ed ha esaudite le nostre preghiere>> (54). Ritornato a S. Domingo, nell'aprile del '77 riprende la visita pastorale mentre ;fa iniziare i lavori di restauto nella cattedrale. Nell'agosto dello stesso anno, durante gli scavi, vengono in luce i resti di L1:1igi Colcmbo che egli ;fa riconoscere dal governo e dal corpo consolare e autenticare cc,n pubblico atto. Ciò gli mette in cuore un'ardita speranza: quella di ritrovare il corpo dello stesso Cristoforo Colombo che una vecchia tradizione diceva p·-1re sepolto nella cattedrale di S. Domingo. Il ritrovamento ha luogo il 14 settembre successivo. Questo fatto ha estreme conseguenze mettendo a subbuglio il mondo :;,cien– tifico e dando a Mons. Cocchia una fama quasi mondiale. Seguir la lunga e (53) D'ALESSANDRO, Mons. Rocco Cocchia, o. c., P. 25. Il D.'Alessandro fu in– timo di Mons. Cocchia a Chieti, e molti particolari dovette apprenderli da lul direttamente. Egli cita, tuttavia, il DrHELLEWLD, La terra e l'uomo, v. I, p. 378. (5M Ib., p. 26. A proposito di quest'episodio della carrierll diplomatica di Mons. Cocchia, coronato di si lusinghiero risultato, il D'Alessandro scrive: « Par– lando di questo scisma, un giorno mi diceva Mons. Cocchia: - No::i mi sono sentito mai così forte e coraggioso! Peroravo la causa in difesa della Ch~esa, sicuro di ri– portarne la vittoria, perchè mi vedevo assistito in modo speciale :la Dio. Fu gloria, sua! Sia benedetto! Volle servirsi allora di me, povero frate!. .. >>. lb., p. 27. - A riconoscimento del suo merito il governo venezuelano nominò Mons. Cocchia Grande Ufficiale dell'Ordine del Liberatore (Bolivar) : le insegne « in ri_compensa dei· grandi servigi resi al popolo venezuelano, di cui fu un vero angelo, benefico», gli !u;rono consegnate « per mano di quello stesso Blanco che aveva pochi anni innanzi infie– rito contro due vescovi». Ib.

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