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P. ROCCO COOOHIA DA CESINALEi O.F,M.CAP. 87 cine; ma l'anno seguente, 1864, riprende i suoi viaggi attraverrn l'Italia, l:i Sa– voia, la Svizzera, la Francia, il Belgio, l'Olanda. La stesura del primo volume della S'toria avviene a Roma (42) forse nel '65-'66. In questo stesso anno con il manoscritto e i preziosi docuDtenti egli ritorna in Francia, forse per l'insicurezza in cui si trovava Roma dop,::i i ;fatti di Men– tana, e si ferma a Versailles per aver vicina la biblioteca di Parigi (43). Qui, mentre sta completando la prefazione, apprende da L'Union (44) la notizia della soppressione degli Ordini religiosi in Italia, decretata dal governo liberale massonico. Interrompendo il filo della narrazione, con grande dolore ma con la visione sicura della realtà storica egli esclama: « Mentre io scrivo, ecco che un giornale viene a dirmi che ottomila confratelli sono messi alla porta: è dunque un'orazione funebre, che io recito sulla bara del mio Ordine? No: io conosco un uomo di un paese, ove simile bando ;fu firmato da Robespierre, e quest'uomo, cui « la, storia menò alla religione)), ventidue anni fa avvertiva: « Quando si dà uno sguardo alla situazione attuale, non si scc,rge che il caos, l'anarchia nell'applicazione delle leggi, la tolleranza e la proscrizione asso– ciate. .A Costantinopoli un cappuccino è cappellano dell'ambasciata, a Parigi la Polizia potrebbe arrestarlo. Una tale situazione non può lungo tempo sus– sistere; tosto o tardi se ne verrà ad un'idea netta e ad una legislazione uni– forme)) (45). Ne conosco un altro nel paese stesso, il quale vide la prima volta « un abito di monaco sul palco di un teatro>>, ed anche questi sett'anni dietro soggiungeva: « Dapertutto proscritti o disonorati nel secolo XVIII gli Ordini religiosi, si sono rialzati nel XIX. Il nostro secolo avrà assistlto alla loro se– poltura ed alla loro rinascenza: qui si finiva· di estirparne gli ultimi avanzi, e là già ripullulavano; dapertutto ove la religione cattolica hs potuto conqui– stare la sua parte legittima della libertà moderna, essi ricompsrivano come da loro medesimi. Hanno avuto bello a spogliarli e proscriverli, si son visti ri– tornar dapertutto : e si limitano a vivere, a predicare con la parola e con l'esempio, senza ricchezze, senza credito; senza esistenza legale; ma non sl:'nza forza nè senza pruove, non senza amici nè sopratutto senza nenici >> (46). Scri– viamo dunque: gli uomini passano, e le cose resteranno. Poi ar:.che oggi che la nostra letteratura si sparnazza in giornali e libercoli, pasto gradito della ozio– sità faccendiera, non sarà inutile almeno protestare, e nel modo più legittimo, opponendo 1'atti a parole>> (47). Il primo volumè della Storia vide la luce a Parigi nel 18'37. Subito ùopo P. Rocco inizia il terzo ciclo dei.suoi viaggi di ricerca, ben pit duro e ma:;.sa– crante degli altri due. Dopo una sosta di vari mesi in Inghilter~a, dove compie (42) « Fortunatamente io stendo il lavoro in Roma»: Storia, v. I, p. ·xv. (43) Cfr. P. ADELHELM JANN, P. Rochus aocchia von Cesinale und seine Mis~ sio-nsgesohiohte des KapUzinerordens, in Serarphisches Weltarpo ,rtol.at , o. c., a. IV, 1928, p, 322. (44) 1 genn. 1867; « I conventi più celebri d'Italia sono succesaivamente chiusi ed· i religiosi con implacabile rigore cacciati; ottomila cappuccini per non parlare che dei religiosi di quest'Ordine, si ,trovano oggi privi di asilo e di pane>>. Storia, v. I, p. XIV, n. 1. (45) LENORMANT, Des Associations' Réligieuses, Paris 1845, 3, 16, 345. (46) MONTALEMBERT, Les Moines d/O0oident, ·t. I, Paris. 1860, p. VIII e s. (47} storia delle Mis&ioni cappucmne, v. I, p. XIV.

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