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86 P. ROCCO COCOHIA DA CESINALE. O.F.M.CAP. che si manifesta in un « grande amore verso Dio e verso i poveri>> (37). Veste l'abito cappuccino il 13 maggio .del 1846, sedicenne, e compie l'anno del novi– ziato e gli studi nella sua monastica provincia lucano-salernitana. E' ordinato sacerdote il 4 aprile del 1853, non ancora ventitree_nne, e in questo anno, dopo essersi laureato (38), inizia la sua carriera d'insegnante passando suceessi– vamente dallo studio di Polla in quello di Amalfi e di Salerno e insegnando lettere, filosofia e storia. Sono questi gli anni d'intenso studio che maturano il suo spirito comunicandogli un fine gusto estetico per le letterature claM,iche e moderne e « profondità di giudizio e di critica,> nel campo della filosofia e della storia (39): ciò di cui è larga traccia nella Storia. Di questi anni sono j suoi primi scritti che rivelano in lui perspicace in– gegno, vasta cultura e severa preparazione anche, se, forse per il continuo va– riare delle materie d'insegnamento, non potè sufficientemente approfondirli e .dare ad essi l'ultima mano. Tale l'opera biografico-etologico-polemica sulla Ver– gine, in tre volumi rimasti manoscritti: ricchissima raccolta di testi derivati dalla Bibbia, dai Padri e Dottori della Chiesa e dai grandi scrittori italiani e stranieri, e da lui ordinati nella triplice serie indicata dal titolo, raggruppanti, rispettivamente, i testi sulla V-ita, le Virtù e le Qualità della Vergine, e infine altre questioni controverse sulla Stessa (40). Di vivo interesse sarebbero pure state le note letterarie sulla genesi della voesia, della poesia latina, di quella ebraica, cristiana, caldaica e indiana, risa– lenti certo al periodo in cui insegnava letteratura e rimaste allo stato poten– ziale di progetto. 'l'raccia invece, sempre secondo il D'Alessandro, _sarebbe ri– _masta di un'opera sulla Filorwfia. del bello,. e, rnente di Dante, di cui fu a1ipas– sionato cultore. Di quest'opera avrebbe anzi pubblicati alcuni saggi « in Malta nel 1861, dai quali apparisce quanto egli fosse trasportato agli studi e quanto amore avesse per la filosofia, pel bello, pel vero>> (41). · Tra questo fervore di studi, dopo 8 anni d'insegnament~, lo· coglie l'inca– rico del Superiore Generale cli compilare la storia delle Missioni dell'Ordine. La serietà di scrittore, connaturata in lui, si rivela tosto nella serie di viaggi intrapresa per consultar personalmente archivi e biblioteche, visitar luoghi e raccogliere il materiale necessario. Così l'anno dopo, 1862, visita la Grecia, l'arcipelago greco, la Turchia e l'Asia Minore, la Siria e la Palestina. Tornato a Roma nel '63, è nominato Lettore nel Collegio delle Missioni Estere cappuc- (37) Ib., p. 9. (38) Il D'Alessandro scrive: « Nel settembre (del 1853), per concorso, otte– nuta in Bologna la laurea in teologia, fu inviato a dettar lettere e filosofia l>. lb., p. 9. Nell'Elogio funebre del Dr MILIA, da noi citato, non vi è tuttavia cenno alcuno. Qualsiasi cenno manca pure in se:raphisches Weltapostolat, o. c., 1928, p. 225. (39) DI MILIA, Elogio funebre, o. c., p. 6. (40) Di quest'opera scrive il D'Alessandro: « Oh quanto sarebbe utile questo lavoro di Mons. Rocco Cocchia! Un tesoro inapprezzabile, una miniera inesauribile per i Predicatori e per quelli che imprendono a scrivere di Maria. Le vicende for– tunose di sua vita gli fecero dimenticare questo suo studio, privandoci così d'un'opera originale e importante,>. Mons. Rocco cocchia, o. c., p. 13. (41,) Ib., p. 13. I saggi pubblicati' sarebbero: Del Bello, Psicologia dèl Bello, Ontologia del Bello, del Sublime, del Bello e del Buono, del Vero e del Bello, del sentimento, del Brutto. Ib., n. 9. ·
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