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76 LINEAMENTI STORICI DELLE MISSIONI CAPPUOOINE TRA GLI INFEDELI verso il nostro osp1z10 e, trovato nelle v1cmanze il P. Carlo Andrea, uscito forse per calmare quella ciurmaglia, lo trucidarono a colpi di scimitarra. Dopo averlo ucciso così barbaramente, quei crudeli appiccarono il fuoco al corpo del pio missionario, che in pochi minuti fu ridotto a un pugno di polvere ii (1845). Il terzo martire fu il P. Basilio da Novara, fondatore della Missione di Antiochia, odiato dagli scismatici per la sua santa vita e per il suo zeJo apo– stolico. Questi lo accusarono presso il governatore della Città Omar Effendi, da cui, secondo ogni probabilità, fu tramato il delitto. La mattina del 12 mag. gio 1851 P. Basilio celebrò come al solito la S. Messa nell'ospizio della Missione, quando fu ricercato da due turchi col pretesto che volevano parlargli. Ma « a un tratto uno dei due, che gli stava dietro le spalle, lo prese per le mani, lo rovescìò alquanto sulla persona mentre l'altro con un coltello gli tagliò la gola: e il santo frate, mormorando il nome di Gesù e di Maria, cadde in un lagò di sangue ii spirando (74). DAL 1885 AL 1935 Il movimento di ripresa missionaria, determinatosi, come abbiam visto, verso la metà del secolo XIX, subì un arresto con la soppressione religiosa ordinata dal governo liberale-massonico italiano da prima nel piccolo regno sardo-piemontese e poi via via estesa a tutte le regioni incorporate nel nuovo regno d'Italia (75). Questa soppressione segnò un gravissimo pericolo per le Missioni cappuc– cine perchè in quel tempo, se si eccettuano i due Vicariati Apostolici delle Isole Seychelles e dei Galla e la residenza di Costantinopoli, tutte le altre Missioni erano sostenute da cappuccini italiani (76). Nel 1885 le Missioni affidate all'Or– dine erano in numero di 22 con 174 residenze e 319 missionari (77) e i missio– nari di giorno in giorno diminuivano. Ma fu allora che comparve sulla scena il grande Generale P. Bernardo eta Andermatt, vero restauratore dell'Ordine e dell'opera missionaria ad esso affi– data (1884-1908). Con grande intuito moderno e larghezza di vedute, egli ne sveltì l'organizzazione abolendo la « Procura delle Missioni ii e affidando queste alle singole province sotto l'immediata dipendenza del Generale; emanò il pri– mo ponderato Statutiim pro Missionibus, approvato dalla S. Sede' (78), fece appello a tutte le province dell'Ordine perchè ognuna secondo le sue possibilità collaborasse all'opera missionaria e, sopratutto, trovò i mezzi necessari alla (74) Per queste concise notizie sui tre martiri cfr. P. CLEMENTE DA TERZORIO, Fino ai confini del mondo con la Croce, in Liber Memorialis, o. c., p. 296 e ss. (75) Nel regno del Piemonte la soppressione fu attuata nel 1855; nel resto d'Italia 1n anni diversi: decreto 7 luglio 1866 per l'Italia settentrionale, Marche, Umbria, Sicilia; 1867 Basilicata e Calabria; 1870 Abruzzi, Bari, Cosenza, Foggia, Cagliari; 1871 (3 febbraio), andato in vigore il 19 giugno 1873, per Roma. Questi dati mi sono stati forniti da P. Melchiorre da Fobladura. (76) P. CLEMENS A TERZORIO, Manuale historicum, o. c., P- 5. (77) Anche questi dati sono stati desunti dal IV vol. della Historia Generalis del P. Melchiorre da Fobladura, in corso di pubblicazione. (78) Pubblicato e approvato dalla S. Sede nel 1887 da prima ad quinquennium, poi nel 1893 in modo definitivo. Cfr. P. CALLISTUS A GEISPOLSHEIM, O.F.M.Cap., Dilueidationes in Statutum pro Missionibus Ordinis FF. Min. Capuccinorum anno 1938 approbatum, Romae, 1949, p. 7.
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