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54 · IL ME'J.'ODO DEI MISSIONARI CAPPUCCINi NELLA « MiSSiONE DEL LEVANTE> vfoina q1iel tem;po nel quale Dio vuole usar la siw misericordia verso di ques-~o vovolc: l'ieco » (109). Naturalmente non tutti i missionari condividevano questo ottimi– smo- Il P Elzeari.o da Samsaye, ad esempio, esponente dell'attività apo– stolica in Egitto, limita assai la possibilità di tali conversioni; nondime– no -· scriw -- « la lorc, pratica e am~cizia è molto utile per aver più libc>rtà e maggior autorità tra i cristia:1i del paese, i quali, vedendo un missionario stimato e onorato da' Turchi, loro padroni, più lo stimano loro, volentieri l'ascoltano e con maggicr facilità credono alla sua parola. Oltre che detta amicizia, essendo grande e sincera, serve per liberarli dall'avanie » (110). 3J Tra gli ortodo.<:si. Conversazioni e amicizie valsero per smussare gli attriti con le chiese o'rientali e accostarsi ai diretti esponenti della gerarchia ortodossa. E' forse qui dove i missionari cappuccini del Levante scrissero la loro pagina più luminosa contribuendo efficacemente con gli osservanti, i gesuiti, i conventuali e i carmelitani a gettar le basi della tanto sospira– ta unione delle Chiese orientali. Il sob P. Pacifico da Provins col suo ascendente e le sue amicizie convertì n metropolita greco di Aleppo, Cirillo Carmi, l'arcivescovo armeno di Orfa, Mons. Giovanni, l'arcidia– cono Michele Baja e dispose all'unione con Roma Mosè Katchadour, un altro arciveBcovo armeno (111); e altre conversioni sono testimoniate altrove (112). Qui si profila la strategia dei missi:mari (113): puntar sull'alto clero per co:q.vertirlo singolarmente o almeno ben disporlo verso Roma perchè si designasse un successore cattolico (114). Se ciò si fosse verificato, un giorno tutte le chiese orienta.li si sarebbero risvegliate cattoliche. Il P. Claudio da Bourges suggerisce anzi un espediente che a prima vista può sembrar singolare ma si rivera poi sensato e pieno di perspica– cia. Poichè dal monastero di S. Macario in Egitto proveniva il patriarca d'Etiopia, se in detto monastero si foasero potuti stabilire alcuni mis·· &ionari per guadagnarsi la stima dei monaci (e ciò era possibile con qual– che spesa), « si farebbe l'eletione del detto patriarca a piacere de' detti missionari... e così si farebbe l'int::-ata alla conversione di · tutta l'Etiopia » (115). (109) Docum. VI, p. 131 e s. (110) Docum. XX, p. 231. (111) Docuni. VI, p. 133, nota 3. (112) Docum. XVII, p. 201. Vi si parla di un « lgnatium, patriarcham Antio• chenum cum tribus episcopis, variisque sac-erdotibus Armenorum, Nestorianorum, Graecorum et Cophtarum ». (113) Non era sola dei cappuccini, naturalmente. Allo stesso modo agironò ad esempio i Conventuali a Costantinopoli. Cfr. P. IGNAZIO DA SEGGIANO, Docum., p. 135, nota 1. (114) Doc·uni. XX, p. 235. (\115) Dpcum. XVIII, p. 204.

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