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52 IL METODO DEI MISSIONARI CAPPUCCINÌ NELLA« MissioNE DEL LEVANTE> Sempre nell'ambito dell'azione missionaria diretta, assai sviluppata tra i cappuccini francesi del Levante appare la conversazione religiosa intana quasi tra amici, il metodo della disputa privato fra pochi indi– vidui con l'intento di portare a conversioni singole o almeno a creare nell'animo buone disposizioni verso il cattolicismo (96). Dura necessità per sottrarsi alle sempre incombenti « avanie » o m&lversazioni dei governatori turchi ed al livore malcelato della chiesa ufficiale ortodossa (97); e tuttavia esso presenta i suoi vantaggi. P. Crisostomo d'Angers afferma che per tal via molti ortodossi si correg– gevano quasi insem;ibilmente dei loro errori e si trovavano ad essere cattolici senza l'aria d'essere stati cor,vertiti (88). Maestro in tal genere di apostolato risulta dai Documenti il P. Mi– che:1:- da Rennes, la cui lunga relazione (99) non è che un intessersi di tali dispute. Egli enumera i frutti di tali dispute e conversazioni private condotte sopratutto c01, persone eminenti: prestigio deìla chiesa cat– tolica, stima e rispetto per la purezza della dottrina, simpatia di notabili turchi ed ortodoé'si, conversioni singcle che a volte potevano avere un valore incalcolabile (100). Non vi può essere dubbie che molte conversioni di prelati ortodossi si ottennero in tal modo; anzi dal Documento XVII risulta che in tal mo– do il Padre Adriano de ,a Brosse avn~bbe convertito e battezzato il principe del Libano Fakhr ed Din e forse altri che il relatore non osa nominare per tema che, pervenendo la notizia agli orecchi dei turchi, male non ne incogliesse ai missionari come era già avvenuto per il P. Adriano (101). Lo stesso P. Michele da Rennes nella sua relazione cita in proposito un episodio molto significativo accaduto ad Aleppo. In una di tali di– spute private, tenuta dal P. Bonaventura da Lude, un cadi fortemente impressionato domandò poi segretamente al missionario una copia deì Vangelo e per conto proprio fin} per c:onvertirsi alla religione cattolica. Ritorm:t,:; a Cipro, sua patria, e invitato a spiegare il corano nella mo– schea; risolutamente annunziè, la religione cristiana, subendo coraggiosa– mente il martirio (102). (96) Docum. VJ p. 131. (97) Delle persecuzioni dei governatori turchi è accenno in quasi tutte le re– lazioni: cfr. specialmente Docum. XI, XIV, XV, XVII, ecc.; per gli ortodossi cfr Docum IX, p. 140. (98) Docurn. VI, p. 131. (99) E' il Documento XIV, pp. 150-178. (100) Ibid., p. 155. P. Michele attribuisce alla simpatia dei turchi verso i missionari, àeterminci.ta da tali intrattenimenti, la conservazione della chiesa di Aleppo: • l'istessi Turchi ne conservorno nostra chiesa contro la rabbia del Cadi o giudice d'Aleppo, quando tutte le altre furono ruinate et profanate, cioè quella di PP. Minori Osservanti, quella di PP. Giesuite e quella di PP. Carmelitani Scalzi•. (101) Docum. XVII, p. 200. (102) Docum. XIV, p. 156. Il nome di P. Bonaventura non è tuttavia fatto dal P. Michele; esso si trova nella relazione del P. Claudio da Bourges: cfr. Docum. :X-VII, p. 200 Su Fakhr ed Din cfr. P. CARALI, Il Libano antica fortezza del cristia– nesimo: Fakhr ad Din fautore dei cristiani (1590-1635), in Illitstrazione Vaticana, 1937, pp, 184-J67; In,, Fakhr ed Dln- principe del Libano e la corte di Toscana (1605- 1635), Roma, 1936.

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