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'50 IL METODO DEI MISSIONARI CAPPUCCINÌ NELLA « MiSSÌONE DEL LEVANTÈ > diano per tutto il vasto, mondo ortodosso o musulmano con l'accarezzata speranza. di determinare un movimento di massa (84). Forse s'inganna– vano nel ritenere che i tempi fossero maturi per il ritorno dell'Oriente al cattolicismo; ma è certo che questa convinzione fu un'idea-forza che li sostenne e spronò ad osare pur nell'incalzare delle procelle, sempre in agguato sull'esplicarsi della loro attività (85). Del resto, stabilitisi in un luogo, con la fondazione d'istituti e opere diverse, come vedremo più innanzi, lavorarono pure in profondità edifi– cando comunità cristiane fiorenti e ben formate. Tenuto conto della policromia di popolazioni che costituivano l'amal– gama del medio Oriente, la tattica missionaria doveva esplicarsi in dispa– rati modi e tentativi. l'inucleiamone alcuni. 1) In genere. Il mezzo principale di cui si valsero i missionari fu evidentemente la predicazione: una predicazione intensa e nutrita che sa adattarsi :1 tempi, luoghi e circostanze e si colora di venature diverse sia apologeti– che, dogmatiche o morali, ma che teme una sola cosa: quella di non po– tere arrivare dovunque. Nelle relazioni ufficiali dei vari superiori come in quelle dei singoli missionari c'è veramente quest'ansia e direi quasi angoscia di poter scuo– tere tutto l'Oriente con una vasta predicazione apostolica che spazzi via l'errore e reintegri nella sana ortodossia le già fiorenti cristianità primi– tive (86). Anche come resoconto dell'opera svolta, essa balza al primo posto. Invitati o non invitati, i missionari si presentano ovunque ed espongono risolutamente il dogma cattolico oppure controbattono l'errore. Figure di primo piano come il P. Giusto da Beauvais, Bonaventura da Lude, Michele da Rennes, i BE. Agatangelo da Vend6mes e Cassiano da Nantes e altri, ad esempio degli Apostoli si spostano da un luogo al– l'altro e istrui::;cono, ammoniscono, scuotono le folle, insofferenti di sosta e risospinti dall'ansia di annunziare itbique et omnibits il Verbum Dei: meteore ardenti che lasciano sul loro passaggio incredibiles fructus (87) e per le quali l'evangelizare è la ragione 1,tessa della loro esistenza. Ma anche gli altri missionari comprendono il valore di questo mezzo essenziale dell'apostolato. Se P. Giuseppe du Tremblay, nelle direttive da et consuetudines, modo prava non sint, aut respuit, aut laedit, immo vero sarta tecta– que vult. Et quoniam ea est pene hominum natura, ut sua, et maxime ipsas natio– nes, ceteris et ea;istimatione et amore praeferant, nulla adii et alienationis cansa potenticr extitit, quain patriarmn consuetudinum immutatio, earum maxime quibus homines ab ornni pat.rum memoria assuevere, praesertim si, abrogalanim loco, mo– res tuac nat-ìonis substìtuas et ielferas. Itaque numquam usus illarum cum usibus europaeorum conferre, quinimmo vos magna d-iìigentia assuescite •. Cfr. Collectanea Propagandae Fidei, t. I (Romae 1907), p. 24. (84) I testi che documentano questa speranza son molti. Uno, importante, è gfa stato citato alla nota 16. Vedi anche Docum. I, p. 123; VI, pp. 131-132; XIX, pp. 208, E' altrove. (85) Vedi la nota 89. (86) Cfr. Dooum. XV, pp. 192 e ss.; XVII, pp. 203 e ss. (87) Cfr. Docum. XVII, p. 201.
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