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48 IL METOLO DEI MISSIONARI CAPPUCCINI NELLA « MISSIONE DEL LEVANTÈ » popolazioni o travolte dall'eresia oppure brancicanti nell'errore coranico (70), approntare i mezzi opportuni per l'avvento cattolico. Tale, in fondo, è il significato di tutte le relazioni o dotte o popolari dove ogni cosa è vista, sentita; colta in funzione di quest'ansia di con• quista che viene ad essere la molla segreta dell'agire e determina tutta la vasta gamma di tentativi e realizzazioni in cui si esplica la tecnica dei missionari. Giova intanto notare come nulla sfugga al loro occhio attento e fra– ternamente s'accostino al greco, al turco, all'armeno, al persiano come per far sentir loro la forza d'amore disinteressato del cattolicismo (71) rilevandone con squisita sensibilità l'esigenza o il bisogno e individuan– done il rimedio (72). Suggerimenti a « Propaganda Fide " Forti di questa esperienza che, in fondo, nasce dallo zelo per la gloria di Dio e dall'inesausto amore alle anime, con modestia certo ma anche con franchezza essi non rifuggiranno dal suggerire a Propaganda Fide i mezzi o le vie che, a loro giudizio, sono le più opportune per una larga penetrazione cattolica in Oriente. Tipica a questo riguardo è la lettera indirizzata a Propaganda dal B. Agatangelo da Vend6mes il G luglio 1637, un anno prima di subire il martirio, nella quale esaminando dottrinalmente la « communicatio in divinis», l'afferma ammissibile sotto certe condizioni e soggiunge che « per giudicare di queste quattro conditioni, è necessario havere una perfetta e distincta notitia di tutte le circostanze dei luoghi, tempi, persone, riti e altre cose le quali non possono avere i dottori di chris1ianità, i quali non hanno havuto la prat– tica di questi paezi »; perciò il loro giudizio « si deve lasciare alli mis– sionari» (73). Con esposizione aneor più ampia il P. Elzeario da Sam– saye (74), profondo conoscitore di tutto il mondo copto, suggerisce la via (70) Doc1tm. XX. Importante della partizione: Il modo di fare ogni maggior be– ne nelle Missioni del Levante e pi·incipalmente in Egitto, pp. 223 e ss. (71) Essa è evidente nella vita povera e sacrificata dei missionari che tanti consensi e tanta ammirazione suscita tra gli stessi turchi (cfr. Docum. XIV), ma ;si rivela sopratutto nella loro attività caritativa. (72) Docum. XI, XVI, XX, XXI. (73) Docmn. XI, p. 144. La lettera, documento importantissimo perchè illumina tutto un retroscena di difficoltà che tarpavano le ali ai missionari, era mossa dal nobilissimo intento di salvar. i neoconvertiti dalle persecuzioni dei turchi, e del re• sto è ripiena di espressioni di umiltà e sottomissione alle decisioni di Propaganda. Il Beato spiega l'affrettato responso contrario con la mancanza di una conoscenza esatta della vera situazione in Oriente: « Sopra questo domandai al detto Rev. Pa• dre quale fusse suo pensiero: mi rispose che, se questi Eminentissimi Signori fosst?· ro stati bene informati dello stato del paese, non haverebbono mai fatto quello giu · dicio e che tale era il parere degli altri Padri di sua famiglia e che realmente in prattica erano costretti di permettere a qualche Greci convertiti di presentarsi qual– che volta l'2nno nelle chieze dei Greci, per evitare le persecuzioni, le quali sono state mosse per innanzi contro di loro. Il che si fa non per dispreggio dell'avvizo, ma sup– ponendo che le loro Eminenze non sanno quale sia lo stato dei christiani sotto il dominio dei Turchi, i qual, cercano ogni minima cagione per spogliare i christiani dello loro facoltà e ruinare le chieze •. Ibid., p. 143. (74) La sua relazione (Docum. XX, pp. 217-239), ampia come un piccolo trattato, per lucidità di esposizione e serietà d'indagine ha un grande valore e rivela una preparazione non comune.
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